Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: «MARTIRIO E SOFFERENZA PER LA VERITÀ PIÙ EFFICIENTI DELLA VIOLENZA DEI REGIMI TOTALITARI»

 “Il martirio, la sofferenza per la verità, alla fine è vittoriosa e più efficiente della violenza dei regimi totalitari”: lo ha affermato oggi Benedetto XVI nella catechesi del mercoledì, prendendo spunto dalla figura e dal pensiero di Tertulliano, uno dei primi Padri della Chiesa vissuto a Cartagine tra la fine del secondo e l’inizio del terzo secolo, che dette inizio alla teologia in lingua latina. Oltre 32.000 i partecipanti all’udienza generale in piazza San Pietro. Tertulliano si convertì al cristianesimo, attratto dall’esempio dei martiri cristiani, “ma una ricerca troppo individuale della verità insieme con le intemperanze del carattere lo condussero gradualmente a lasciare la comunione con la Chiesa”. I suoi scritti, ha continuato il Santo Padre, “manifestano due intenti principali: quello di confutare le gravissime accuse che i pagani rivolgevano contro la nuova religione”, e quello “di comunicare il messaggio del Vangelo in dialogo con la cultura del tempo”. In uno di questi scritti denuncia ad esempio “il comportamento ingiusto delle autorità politiche verso la Chiesa; spiega e difende gli insegnamenti e i costumi dei cristiani; individua le differenze tra la nuova religione e le principali correnti filosofiche del tempo; manifesta il trionfo dello Spirito, che alla violenza dei persecutori oppone il sangue dei martiri”.

Tertulliano, ha continuato il Papa, “con il passare degli anni diventò sempre più esigente nei confronti dei cristiani”: “Pretendeva da loro in ogni circostanza, e soprattutto nelle persecuzioni, un comportamento eroico. Rigido nelle sue posizioni, non risparmiava critiche pesanti e inevitabilmente finì per trovarsi isolato”. “A me fa molto pensare questa grande personalità”, ha aggiunto Benedetto XVI parlando a braccio: “Una caratteristica del grande teologo – ha osservato – è stare con la Chiesa e accettare le sue debolezze: solo Dio è veramente santo e noi abbiamo veramente bisogno del perdono”. Tertulliano rimane perciò “un testimone interessante dei primi tempi della Chiesa, quando i cristiani si trovarono ad essere autentici soggetti di ‘nuova cultura’”. Benedetto XVI ha ricordato anche un’altra riflessione del teologo, secondo cui “il cristiano non può odiare nemmeno i propri nemici”, e dove “il risvolto morale, ineludibile, della scelta di fede, propone la ‘non violenza’ come regola di vita: e non è chi non veda la drammatica attualità di questo insegnamento, anche alla luce dell’acceso dibattito sulle religioni”. Il Papa ha esortato i fedeli a saper “esprimere in maniera sempre più convincente la Regola della fede”, quella “secondo la quale noi crediamo che esiste un solo Dio, e nessun altro al di fuori del Creatore del mondo”.

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