Vita Chiesa

VITA CONSACRATA: RINNOVATI I VERTICI DELL’UISG. LA DICHIARAZIONE FINALE

Rinnovati i vertici della Unione internazionale delle Superiore generali (Uisg), al termine dei lavori dell’Assemblea, svoltasi a Roma la scorsa settimana. Da quest’anno, con l’approvazione della Santa Sede, il comitato direttivo della Uisg ha deciso di scegliere al suo interno tre presidenti, che entreranno in carica a cadenza annuale, sull’esempio di quanto accade già negli Stati Uniti con la “Leadership Conference of Women Religious”. “Si tratta – spiega suor Victoria Gonzalez de Castejon, segretaria generale della Uisg – di una scelta che consente una migliore gestione e allo stesso tempo assicura la continuità senza gravare per un lungo periodo (tre anni) su una sola persona che è allo stesso tempo Superiora generale della sua Congregazione”. Della Uisg fanno parte 1996 Congregazioni, di cui 1100 di diritto pontificio e le altre di diritto diocesano, per un totale di oltre 800 mila religiose in tutto il mondo. Le tre presidenti, a rotazione annuale, nel triennio 2007-2010, ad experimentum, fino alla prossima Assemblea, sono suor Amelia Kawaji, delle Suore Mercedarie Missionarie di Berriz (maggio 2007-2008); suor Louise Madore, delle Figlie della Sapienza (maggio 2008-2009); suor Maureen Cusick, delle Suore di Nostra Signora di Sion (maggio 2009-2010).

Al termine dell’Assemblea, il 12 maggio è stata ratificata la dichiarazione finale delle 850 Superiori generali partecipanti all’incontro, resa nota oggi: “La nostra passione per Cristo Gesù, per l’umanità e la creazione ci spinge a divenire tessitrici di speranza e di vita”, tessendo “rapporti di rispetto, di dialogo, di inclusione, di fiducia, di corresponsabilità e di interdipendenza. La presa di coscienza effettiva del legame tra tutte le dimensioni e forme di vita ci invita ad approfondire una sempre nuova comprensione della vita consacrata oggi”. Tra le grandi sfide di oggi, “l’aspirazione della donna a ritrovare la sua dignità e il suo vero posto nel mondo e nella Chiesa”, “il gemito della terra ferita, perché ne sia riconosciuto la sua sacralità e diventi la casa di tutti”, “la sete di una comunione più profonda tra credenti di religioni diverse”, “la disperazione di milioni di migranti e di rifugiati, di bambini e di donne vittime della tratta, in cerca di condizioni di vita più umane”, “l’appello dello Spirito a creare nelle nostre congregazioni legami di reciprocità con i laici, al fine di vivere lo stesso carisma anche al di là delle strutture”.

A queste sfide, osservano le Superiori maggiori, occorre rispondere con alcuni impegni precisi: “Rimanere in costante dialogo con la Parola di Dio e la vita, cuore del nostro impegno di donne consacrate alla sequela di Cristo”; “lavorare in rete ed utilizzare la forza della voce collettiva per denunciare le leggi e le strutture ingiuste che escludono le persone sulla base del genere, della religione, della cultura”; “promuovere ogni forma di dialogo ed in particolare il dialogo interreligioso, riconoscendo la nostra comune responsabilità per l’umanità”; “favorire il risveglio di una coscienza ecologica che si esprima con scelte concrete e coerenti”; “incoraggiare una visione della Chiesa-comunione in cui si viva una reale reciprocità con i laici”; “formare donne consacrate capaci di rispondere con fede e audacia a queste sfide”. “Come Maria – si conclude così la dichiarazione finale – diventiamo tessitrici del Regno di Dio. Lasciamoci provocare, convertendo i nostri cuori e le nostre mentalità; allarghiamo lo spazio della nostra tenda. Tessiamo senza stancarci una spiritualità di comunione da cui sgorgheranno speranza e vita per l’umanità e per la creazione intera”.

Sir