Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN BRASILE; MESSA ALL’APARECIDA: UN MOMENTO DI GRAZIA PER QUESTO CONTINENTE E PER IL MONDO INTERO

Non sono “un’ideologia politica, un movimento sociale” o un “sistema economico” ad aver fatto dell’America il “Continente della speranza”, ma soltanto “la fede in Dio Amore”. Lo ha sottolineato Benedetto XVI nell’omelia della celebrazione eucaristica presieduta questa mattina, alle 10 circa (ora locale), nel piazzale di fronte al santuario dell’Aparecida, in occasione dell’apertura della Quinta Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Carabi. Dopo aver rivolto un particolare saluto all’arcivescovo Raymundo Damasceno Assis, che lo aveva accolto a nome dell’intera assemblea, e al card. Francisco Javier Errázuriz Ossa, presidente del Celam e co-presidente di questa Conferenza Generale, il Papa ha precisato che “il tesoro inestimabile di cui è ricco il Continente latinoamericano” e il suo “patrimonio più prezioso” è “la fede in Dio Amore, che in Cristo Gesù ha rivelato il suo volto”. “Voi credete in Dio Amore: questa è la vostra forza, che vince il mondo” ha aggiunto Benedetto XVI. “E’ questa fede che ha fatto dell’America il Continente della speranza. Non un’ideologia politica, non un movimento sociale, non un sistema economico; è la fede in Dio Amore, incarnato, morto e risorto in Gesù Cristo, l’autentico fondamento di questa speranza che tanti magnifici frutti ha portato” fino ad oggi. Nella Messa all’Aparecida, Benedetto XVI ha rievocato la chiamata di Giovanni Paolo II “ad una nuova evangelizzazione, e voi – ha detto ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi presenti – avete accolto il suo mandato con la generosità e l’impegno che vi sono tipici. Io ve lo confermo e, con le parole di questa Quinta Conferenza (Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché il nostro popolo abbia la vita. Io sono la via, la verità e la vita, ndr), vi dico: siate fedeli discepoli, per essere coraggiosi ed efficaci missionari”. Riferendosi al Vangelo, che “presenta Cristo come missionario del Padre”, Benedetto XVI ha sottolineato: “La missione della Chiesa sussiste solo in quanto prolungamento di quella di Cristo”; una missione che “si è compiuta nell’amore”. “Anche a voi – ha proseguito -, che rappresentate la Chiesa in America Latina, ho la gioia di riconsegnare oggi idealmente la mia Enciclica Deus caritas est, con la quale ho voluto indicare” ciò “che è essenziale nel messaggio cristiano”. “La Chiesa – ha spiegato il Papa – si sente discepola e missionaria di questo Amore”, cioè “missionaria solo in quanto discepola”. Essa, ha chiarito, “non fa proselitismo”; ma “si sviluppa piuttosto per attrazione”.

Nell’omelia Benedetto XVI ha rimarcato l’importanza del tempo e del luogo. “Il tempo – ha osservato – è quello liturgico di Pasqua, giunto alla sesta Domenica: è ormai vicina la Pentecoste, e la Chiesa è invitata ad intensificare l’invocazione allo Spirito Santo. Il luogo è il Santuario nazionale di Nostra Signora Aparecida, cuore mariano del Brasile: Maria ci accoglie” e, “quale Madre e Maestra, ci aiuta ad elevare a Dio una preghiera unanime e fiduciosa”. Per il Pontefice “questa celebrazione liturgica costituisce il fondamento più solido della V Conferenza, perché pone alla sua base la preghiera e l’Eucaristia”. “Solo la carità di Cristo” ha evidenziato, “può fare di questa riunione” un “momento di grazia per questo Continente e per il mondo intero”. La prima delle Conferenze Generali dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, “quella del 1955 a Rio de Janeiro – ha quindi rammentato il Papa -, si avvalse di una speciale Lettera inviata dal Papa Pio XII”; nelle successive, “è stato il Vescovo di Roma a raggiungere la sede della riunione continentale per presiederne le fasi iniziali”.

Con riferimento al cosiddetto “concilio di Gerusalemme” descritto nella prima Lettura, durante l’omelia Benedetto XVI ha rilevato: “Questa pagina” è “molto appropriata per noi” perché “ci richiama il senso del discernimento comunitario intorno alle grandi problematiche che la Chiesa incontra lungo il suo cammino e che vengono chiarite dagli apostoli e dagli anziani con la luce dello Spirito Santo”, il quale “aiuta la comunità cristiana a camminare nella carità verso la piena verità”. “Questo – ha spiegato il Papa – è il metodo con cui operiamo nella Chiesa”. Non è solo una questione di procedura; è il riflesso della natura stessa della Chiesa”. Quanto alla “Gerusalemme celeste” della seconda Lettura, Benedetto XVI ha avvertito: “Contemplarla e desiderarla, non deve costituire motivo di evasione dalla realtà storica in cui la Chiesa vive condividendo le gioie e le speranze, i dolori e le angosce dell’umanità contemporanea, specialmente dei più poveri e sofferenti”. “Una Chiesa animata e mobilitata nella carità di Cristo” ha concluso il Pontefice “sprigiona una forza missionaria irresistibile, che è la forza della santità”.

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