Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AI VESCOVI DI MACEDONIA, MONTENEGRO E SERBIA: DALLE VOSTRE CHIESE UN PECULIARE CONTRIBUTO ALL’EUROPA

“I diversi Paesi e i vari contesti sociali e religiosi, nei quali sono situati i vostri fedeli, comportano non poche ripercussioni sulla loro vita cristiana”. Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, ricevendo i vescovi della Conferenza episcopale internazionale dei Santi Cirillo e Metodio (vescovi della Macedonia, del Montenegro e della Serbia). Tra le questioni concrete in cui ci sono ricadute, il Papa ha fatto riferimento “al matrimonio tra coniugi di distinta confessione o religione”, “all’educazione religiosa delle nuove generazioni”, alla “formazione dei sacri ministri” e al “loro accompagnamento spirituale nel contesto pluriconfessionale” in cui vivono. Incoraggiando il progetto di un seminario maggiore a Subotica, il Santo Padre ha, quindi, ricordato che “il sacerdote è a totale servizio della Chiesa, organismo vivo e spirituale che trae la sua energia non da componenti nazionalistiche, etniche o politiche, ma dall’azione di Cristo presente nei suoi ministri”. “Le realtà delle vostre diocesi”, ha aggiunto il Papa, sono “costituite spesso da un piccolo gregge inserito in vasti contesti di molteplicità etnica, culturale e religiosa” e “non è pertanto facile la vostra missione!”, ma proprio per questo occorre “essere lievito evangelico che fermenta la società”.“Rette coscienze formate secondo il Vangelo saranno più facilmente spinte a costruire una società a dimensione umana”, ha osservato Benedetto XVI, che ha aggiunto: “Una male intesa modernità tende oggi ad esaltare in maniera soverchia i bisogni dell’individuo a scapito dei doveri che ogni persona ha verso Dio e verso la comunità alla quale appartiene”. È importante, perciò, “porre in luce la retta concezione della responsabilità civile e pubblica, perché proprio da questa visione discende l’impegno per il rispetto dei diritti di ciascuno e per un’integrazione convinta della propria cultura con le altre, tendendo insieme al bene comune”. Al processo storico di ristrutturazione del continente europeo “anche le vostre Chiese si sentono partecipi, ben sapendo di poter apportare il loro peculiare contributo”, ma “non mancano gli ostacoli”, come “la scarsità di mezzi a disposizione a causa della situazione economica e l’esiguità delle forze cattoliche”. “Non è facile dimenticare – ha proseguito – la pesante eredità di oltre quarant’anni di pensiero unico ed è, al tempo stesso, difficile resistere alle tentazioni del materialismo occidentale con i rischi di relativismo e liberalismo etico, di radicalismo e fondamentalismo politico”.Sir