Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, MESSA IN PIAZZA SAN PIETRO PER I SUOI 80 ANNI: LA DIVINA MISERICORDIA PORTA LA PACE E INSEGNA IL PERDONO

Cinquantamila fedeli in una piazza San Pietro gremita e inondata dal sole, una sessantina di cardinali accanto all’altare: è lo scenario che stamattina ha fatto da cornice alla Messa solenne presieduta da Benedetto XVI in ringraziamento per il suo 80.mo compleanno, che cadrà domani. Il Papa ha ricordato il suo predecessore, Giovanni Paolo II, che scelse anni fa di dedicare la domenica dopo la “Pasqua”, cosiddetta in Albis, alla Festa della Divina Misericordia: misericordia che, ha detto, “pone un limite al male” offrendo certezza di perdono e di consolazione per l’intera umanità.

“Ripetutamente vedo con gioia riconoscente quanto è grande la schiera di coloro che mi sostengono con la loro preghiera; che con la loro fede e con il loro amore mi aiutano a svolgere il mio ministero; che sono indulgenti con la mia debolezza, riconoscendo anche nell’ombra di Pietro la luce benefica di Gesù Cristo. Per questo vorrei in quest’ora ringraziare di cuore il Signore e tutti voi”. Così ha concluso l’omelia Benedetto XVI nella quale ha espresso la sua gratitudine a Dio, alla propria famiglia e agli amici. Gratitudine per il dono del ministero sacerdotale e apostolico, per chi lo ha preceduto sulla cattedra petrina, in particolare papa Wojtyla, “che visse sotto due regimi dittatoriali”, a contatto ”con necessità, povertà e violenza”, “sperimentò profondamente” tanto la “forza delle tenebre”, che ancora oggi insidiano il mondo, quanto “la presenza di Dio” che a quelle forze oppone un argine con il suo potere “totalmente diverso e divino”, il potere della misericordia.

Riandando con la memoria agli avvenimenti salienti dei suoi 80 anni, Benedetto XVI ha ripetuto con insistenza la parola “Ringrazio Dio”: per l’esperienza della paternità spirituale e della “bontà materna”, per gli amici e i consiglieri che lo hanno aiutato, e per quella singolarità di essere nato nel periodo spiritualmente più significativo per un battezzato. E un dono certamente è stata la chiamata al sacerdozio, quando nel 1951 il 24enne Joseph Ratzinger si prostrò sul pavimento della cattedrale di Frisinga, a Monaco, per ricevere il Sacramento dell’Ordine. La personale limitatezza avvertita allora davanti allo schiudersi del ministero fu alleviata, ha raccontato Benedetto XVI, dalla consolazione della presenza dei Santi invocata nelle litanie. La storia che cominciava allora, poi culminata nell’elezione pontificia, non gli ha fatto dimenticare la forza dell'”ombra di Pietro”, ricordata dalla liturgia di oggi: “L’ombra di Pietro, mediante la comunità della Chiesa cattolica, – ha detto papa Ratzinger – ha coperto la mia vita fin dall’inizio, e ho appreso che essa è un’ombra buona – un’ombra risanatrice, perché, appunto, proviene in definitiva da Cristo stesso”

La speciale liturgia si è avvalsa anche di speciali ornamenti sacri, come la croce processionale in smalto realizzata dal Laboratorio di oreficeria dell’Abbazia benedettina di Silos, in Spagna, o come l’evangeliario ornato da formelle d’oro e pietre preziose, donato al Papa dal cardinale di Monaco di Baviera, Friedrich Wetter. Tra i saluti di Benedetto XVI ai moltissimi rappresentanti della Curia e del mondo ecclesiale, diplomatico e politico, di rilievo le parole che il Papa ha rivolto al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, per il tramite del suo inviato personale, il Metropolita di Pergamo, Ioannis, al quale ha espresso l’auspicio “che il dialogo teologico cattolico-ortodosso possa proseguire con lena rinnovata”.

Al Regina Caeli recitato dopo la Messa, Benedetto XVI ha aggiunto un concetto a quanto già espresso in precedenza: il desiderio della pace, lasciata come “benedizione” da Cristo a “tutti gli uomini e a tutti i popoli”, frutto della Divina Misericordia. E salutando i molti pellegrini polacchi ha aggiunto: “Saluto cordialmente tutti i connazionali di Papa Giovanni Paolo II. Cinque anni fa, a Cracovia, egli affidò il mondo intero alla Divina Misericordia, della quale l’umanità ha così tanto bisogno oggigiorno. Domandiamo che questo dono di Dio sia elargito soprattutto in quelle nazioni dove dominano la sopraffazione, l’odio e la tragedia della guerra. Che il Divino Amore sconfigga il peccato e che il bene vinca il male. Dobbiamo essere testimoni della misericordia. Auguro a tutti voi la vera gioia pasquale”. (Fonte: Radio Vaticana)