La capacità del movimento ecumenico di rispondere alle sfide di oggi dipende in larga misura da forme di cooperazione e lavoro in rete più creative e orientate al futuro: ad affermarlo Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc, che unisce 348 Chiese protestanti, ortodosse e anglicane per oltre 560 milioni di cristiani di più di 110 Paesi), intervenuto oggi a Nairobi (Kenya) alla prima assemblea di Act sviluppo (Azione delle Chiese insieme per lo sviluppo). Dopo due anni di consultazioni con i partner, Act sviluppo riunisce Chiese e organizzazioni collegate impegnate nello sradicamento della povertà, dell’ingiustizia, degli abusi contro i diritti umani e per lo sviluppo a lungo termine in una rete che, in tale ambito, è tra le più vaste al mondo. Una piattaforma comune, l’ha definita Kobia parlando all’assemblea che si chiude domani, resasi necessaria a causa della nuova realtà contrassegnata dalla globalizzazione economica e dal passaggio dalla riflessione in termini di sollievo a quella in termini di sviluppo. Abbiamo bisogno gli uni gli altri ha concluso il segretario generale Wcc come partner del movimento ecumenico, ognuno con responsabilità e ruoli specifici. Sir