Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: UNITÀ DEI CRISTIANI, NON SCORAGGIARSI

“Il cammino dell’unità resta certamente lungo e non facile; occorre tuttavia non scoraggiarsi e continuare a percorrerlo” contando sull’aiuto di Cristo che “ha promesso ai suoi: ‘Ecco,io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’”: sono le parole usate questa mattina dal Papa, aprendo l’udienza generale del mercoledì che è stata dedicata alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che inizia domani. Ai presenti all’udienza, oltre cinque mila persone, tra cui molti rappresentanti delle Polizie locali, Benedetto XVI ha detto che la Settimana costituisce un “tempo forte di impegno e di preghiera da parte di tutti i cristiani”. Ha poi sottolineato che sarà lui stesso a concluderla nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il prossimo 25 gennaio, con la celebrazione dei Vespri, a cui sono invitati anche i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali di Roma. Riferendosi al recente viaggio in Turchia, il pontefice ha poi aggiunto: “Ho potuto avvertire quanto sia sentito il desiderio dell’unità negli incontri che ho avuto con vari rappresentanti di Chiese e Comunità ecclesiali lungo questi anni e, in modo molto commovente, nella recente visita al Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, ad Istanbul in Turchia. Su queste ed altre esperienze, che hanno dilatato il mio cuore alla speranza, tornerò più lungamente mercoledì prossimo”.

Dopo aver ricordato che “l’unità (dei cristiani, ndr) è dono di Dio e frutto dell’azione del suo Spirito”, e che “per questo è importante pregare”, il Papa ha poi sottolineato che “in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani viene fatta precedere dalla Giornata di riflessione ebraico-cristiana, che si celebra proprio quest’oggi, 17 gennaio”. Benedetto XVI ha ricordato che “da ormai quasi due decenni la Conferenza Episcopale italiana dedica questa Giornata all’ebraismo con lo scopo di promuoverne la conoscenza e la stima e per incrementare il rapporto di reciproca amicizia tra la comunità cristiana e quella ebraica”, rapporto – ha poi aggiunto – “che si è sviluppato positivamente dopo il Concilio Vaticano II e dopo la storica visita del Servo di Dio Giovanni Paolo II alla Sinagoga Maggiore di Roma” avvenuta il 13 aprile 1986. Il Papa ha poi rimarcato che “anche l’amicizia ebraico- cristiana, per crescere ed essere fruttuosa, deve fondarsi sulla preghiera. Invito pertanto tutti a rivolgere quest’oggi un’insistente invocazione al Signore perché ebrei e cristiani si rispettino, si stimino e collaborino insieme per la giustizia e la pace nel mondo”.

Riferendosi al tema biblico della Settimana per l’unità dei cristiani (“Fa sentire i sordi e fa parlare i muti”, Mc 7, 31-37)., Benedetto XVI ha sottolineato che, in analogia a quanto successo al sordomuto guarito da Gesù, “ogni cristiano, spiritualmente sordo e muto a causa del peccato originale, con il Battesimo riceve il dono dell”Effatà’”, e – ha poi aggiunto fuori testo, “tramite la grazia del battesimo ogni cristiano”, “diventa cioè capace di ascoltare la parola di Dio e di proclamarla ai fratelli. Anzi, a partire da quel momento è suo compito maturare nella conoscenza e nell’amore di Cristo così da poter annunziare e testimoniare efficacemente il Vangelo”. Ha poi proseguito notando che “questo tema, mettendo in luce due aspetti della missione di ogni comunità cristiana – l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della carità – sottolinea anche quanto sia importante tradurre il messaggio di Cristo in concrete iniziative di solidarietà. Ciò – ha detto – favorisce il cammino dell’unità, perché si può dire che ogni sollievo, pur piccolo, che i cristiani recano insieme alla sofferenza del prossimo, contribuisce a rendere più visibile anche la loro comunione e la loro fedeltà al comando del Signore”.Sir