Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: UDIENZA GENERALE, ALL’INIZIO DELL’ANNO «APRIRE A CRISTO MENTE E CUORE»

“Venendo nel mondo, Gesù ha sparso con abbondanza tra gli uomini doni di bontà, di misericordia e di amore”. Lo fa detto, stamattina, nella catechesi della prima Udienza generale del 2007, Benedetto XVI, che, dopo aver ringraziato per l’affetto e augurato buon anno, ha aggiunto: “Nel Bambino di Betlemme ogni uomo scopre di essere gratuitamente amato da Dio; nella luce del Natale si manifesta a ciascuno di noi l’infinita bontà di Dio”. Nel Natale “risuona nel mondo intero l’annuncio semplice e sconvolgente: ‘Dio ci ama’” e, come dice l’evangelista Giovanni, “noi amiamo perché egli ci ha amati per primo”. Questo mistero “è ormai affidato alle nostre mani perché, sperimentando l’amore divino, viviamo protesi verso le realtà del cielo, cercando anzitutto il Regno e la sua giustizia, certi che il resto, tutto il resto ci sarà dato in sovrappiù”. La gioia del Natale non ci fa, però, “dimenticare il mistero del male, il potere delle tenebre che tenta di oscurare lo splendore della luce divina”. E’ il dramma, ha aggiunto il Papa, “del rifiuto di Cristo, che, come in passato, si manifesta e si esprime anche oggi in tanti modi diversi”, forse persino più subdoli e pericolosi: dal “netto rigetto” all’“indifferenza, dall’“ateismo scientista” alla “presentazione di un Gesù” ridotto a semplice “maestro di saggezza” e “privato della sua divinità” oppure “talmente idealizzato da sembrare talora il personaggio di una fiaba”.

Malgrado questi tentativi, ha aggiunto Benedetto XVI, “solo il Bambino che giace nel presepe possiede il vero segreto della vita. Per questo chiede di accoglierlo, di fargli spazio in noi, nelle nostre case e nelle nostre città”. Dinanzi a Lui, insomma, “non si può restare indifferenti” e “anche noi dobbiamo continuamente prendere posizione”. Come modelli per l’atteggiamento da assumere possiamo prendere “la semplicità dei pastori”, “la ricerca dei Magi”, “la docilità di Maria” e “la sapiente prudenza di Giuseppe”. “Gli oltre duemila anni di storia cristiana – ha osservato il Papa – sono pieni di esempi di uomini e donne, di giovani e adulti, di bambini ed anziani che hanno creduto al mistero del Natale, hanno aperto le braccia all’Emmanuele divenendo con la loro vita fari di luce e di speranza”. L’amore che Gesù ha recato nel mondo, ha aggiunto, “lega a sé quanti lo accolgono in un duraturo rapporto di amicizia e di fraternità”. “All’inizio di questo nuovo anno – ha concluso il Santo Padre -ravviviamo in noi l’impegno di aprire a Cristo la mente ed il cuore, manifestandogli sinceramente la volontà di vivere da veri amici suoi. Diventeremo così collaboratori del suo progetto di salvezza e testimoni di quella gioia che Egli ci dona perché la diffondiamo in abbondanza attorno a noi”.

“Ci aiuti Maria ad aprire il cuore all’Emmanuele che ha assunto la nostra povera e fragile carne per condividere, insieme a noi, il faticoso cammino della vita terrena in compagnia di Gesù”. Così Benedetto XVI ha concluso l’udienza generale di questa mattina davanti a migliaia di fedeli che gremivano l’Aula Paolo VI in Vaticano. “Insieme a Gesù questo cammino – ha aggiunto il pontefice – diventa un cammino di gioia” e “solo così l’anno nuovo sarà un anno felice e buono”. Nel corso dell’udienza Benedetto XVI aveva sottolineato, parlando a braccio, che “la parola Dio non è una parola lontana” e che “noi non siamo solo creature di Dio ma figli di Dio”. “Gesù – ha detto ancora il Papa – ci chiede di accoglierlo. Di fargli spazio in noi, nelle nostre case, nelle nostre città, nella nostra società: cerchiamo di essere tra quelli che lo accolgono”. Sir