Vita Chiesa

SAN PAOLO: IL SARCOFAGO POTREBBE ESSERE RIAPERTO; A CHRISTODOULOS DUE ANELLI DELLA CATENA CHE LO TENNE LEGATO

“Da 20 secoli c’è una assoluta concordanza sul fatto che la tomba di S. Paolo Apostolo sia lì. Nessuno lo ha mai messo in dubbio e nessuno lo ha mai contrastato”: sono le parole con le quali questa mattina il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica di S. Paolo fuori Le Mura, ha presentato durante una conferenza stampa in Vaticano i risultati dei lavori che hanno riportato alla luce il sarcofago di San Paolo. “Tale sarcofago – ha aggiunto – non è mai stato aperto e mai esplorato, anche a seguito del fatto che è immerso in un blocco di calcestruzzo che lo ingloba e che risale agli anni 1838-1840. Una sua esplorazione interna potrebbe essere prevista, anche per soddisfare la curiosità di quanti si chiedono se al suo interno ci siano resti dell’Apostolo. Ma occorreranno le necessarie autorizzazioni”. L’arciprete ha aggiunto particolari sul progetto di “riordino globale della basilica, nei suoi spazi interni ed esterni, per renderla più funzionale e anche per dotarla dei servizi che oggi appaiono necessari, per un adeguato flusso dei fedeli e pellegrini e anche per motivi di sicurezza”.

Il card. Lanza di Montezemolo ha anche ricordato che “il programma di riordino del complesso della basilica di s. Paolo fuori Le Mura, con l’istituzione di una Commissione speciale voluta da Papa Giovanni Paolo II, fu avviato nel 2002 ed ebbe l’approvazione di Papa Wojtyla nel 2004. A seguito della sua scomparsa, venne ripreso da Papa Benedetto XVI che con un Motu proprio del 31 maggio 2005 stabilì alcune modifiche, tra le quali la soppressione della precedente amministrazione, l’inizio di una nuova gestione con la quale l’Abate continua a occuparsi della liturgia ordinaria della basilica, mentre l’arciprete di quella straordinaria”.

Il card. di Montezemolo ha poi ricordato che Papa Benedetto XVI ha rivisto lo statuto e denominazione delle 4 basiliche maggiori romane, che d’ora in poi non si chiameranno più ‘patriarcali’, ma ‘papali’”. Il motivo di questo cambiamento – ha spiegato – “attiene alla storia della Chiesa e al fatto che erano legate ai Patriarchi Orientali cattolici, che ne erano titolari”.

Quanto ai lavori attorno al sarcofago, il dott. Giorgio Filippi, archeologo dei Musei Vaticani, ha spiegato che “è stato rimosso l’altare di S. Timoteo, del IV secolo, e realizzata una apertura di una finestrella che permetterà ai fedeli di vedere di fianco il sarcofago stesso. Inoltre è stato collocata una lastra trasparente sul pavimento che consentirà di vedere i resti dell’abside costantiniana”.

Giovedì si terrà nella basilica di S. Paolo fuori Le Mura a Roma un incontro di preghiera in cui l’arciprete card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo consegnerà all’arcivescovo ortodosso di Atene, Christodoulos una teca contenente due anelli della catena che si ritiene abbia tenuto l’apostolo Paolo prigioniero prima del martirio. Lo ha annunciato questa mattina in Vaticano lo stesso arciprete, ricordando che alcuni anni fa un’analoga richiesta venne fatta dalla Chiesa ortodossa di Atene al Papa. “Non disponendo di reliquie quali abiti o parti del corpo – ha spiegato – si pensò all’unico elemento certo vale a dire la catena, considerata da secoli una reliquia di pari valori religioso e devozionale. Non essendo stata poi fatta la visita da parte delle autorità ortodosse per ritirare le reliquie, la consegna avverrà giovedì”.

Circa alcune obiezioni circa la veridicità della “tomba di s. Paolo”, il cardinale ha sottolineato che “anche se si trattasse solo di un cenotafio, vale a dire di un contenitore a forma di sarcofago con l’iscrizione ‘Paolo Apostolo Martire’,assumerebbe lo stesso valore di una tomba”. “Quando e se il Papa dovesse autorizzare tale indagine – ha aggiunto – saremo in grado di scoprire cosa essa contiene realmente”.Sir