Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: L’IDENTITÀ DEI CRISTIANI CONTRASSEGNATA DALLO SPIRITO SANTO

“La meditazione di oggi sarà sullo Spirito Santo e sulla sua presenza in noi”, seguendo l’insegnamento di San Paolo apostolo, un “gigante non solo nell’apostolato, ma anche nella dottrina teologica, profondamente stimolante”: lo ha detto, stamattina, il Papa, nella sua catechesi all’udienza generale in piazza San Pietro. Ricordando quanto scrive san Luca negli Atti degli apostoli, Benedetto XVI ha evidenziato come “lo Spirito pentecostale porti una spinta all’impegno missionario e a testimoniare il Vangelo nel mondo”. Gli Atti degli apostoli, infatti, “raccontano delle missioni compiute dagli apostoli nel mondo e soprattutto i tre viaggi missionari compiuti da san Paolo”. L’apostolo delle genti nella Lettera ai Romani, ha sottolineato il Papa, “ci parla dello Spirito Santo sotto un’altra angolatura: non si ferma alla dimensione dinamica e operativa della Terza persona della Santissima Trinità, ma parla della sua presenza nella vita dei cristiani”, la cui “identità” ne risulta, perciò, “contrassegnata”.

In altre parole, ha aggiunto Benedetto XVI, “Paolo riflette sullo Spirito Santo esponendo il suo influsso non solo sull’agire del cristiano, ma anche sul nostro essere. Infatti, Paolo dice che lo Spirito di Dio abita in noi e Dio ha inviato lo Spirito del Suo Figlio nei nostri cuori. Dunque, lo Spirito ci connota fin nelle nostre più intime profondità personali”. Il cristiano, “ancor prima di agire”, ha proseguito il Santo Padre, “possiede già un’interiorità ricca e feconda donataci dai sacramenti del Battesimo e della Cresima, un’interiorità che ci stabilisce in oggettivo e originale rapporto di filiazione nei confronti di Dio”. Questa, per il Papa, “è la nostra grande dignità di non essere soltanto immagine, ma figli di Dio” e “essere sempre più consapevoli di essere figli adottivi nella grande famiglia di Dio”. Di qui viene l’invito “a trasformare questo dono oggettivo anche in una realtà soggettiva, determinante per il nostro pensare, agire, essere”. San Paolo ci insegna anche che “non esiste una preghiera senza la presenza dello Spirito in noi”. “Com’è vero – ha commentato il Papa – che non sappiamo parlare con Dio”, ma “lo Spirito Santo intercede per noi, prega per noi”, secondo i disegni di Dio.

Lo Spirito Santo è, ha spiegato il Papa nell’Udienza generale, “come l’anima della nostra anima, la parte più segreta del nostro essere; è “sempre desto” in noi e “supplisce alle nostre carenze. Naturalmente ciò richiede “una grande comunione vitale con lo Spirito” e un invito a essere sempre più attenti alla sua “presenza silenziosa”. Un altro insegnamento di san Paolo è “la connessione dello Spirito Santo con l’amore”. Lo Spirito è, dunque, “una potenza interiore che armonizza il nostro cuore con il cuore di Cristo e ci muove ad amare i fratelli come li ha amati Lui”. Tra i frutti dello Spirito Santo, al primo posto, ha ricordato Benedetto XVI, “Paolo pone l’amore, gioia, pace” e poiché “per definizione l’amore unisce, lo Spirito innanzitutto è creatore di comunione all’interno della comunità cristiana”. È anche vero, ha aggiunto, “che lo Spirito ci stimola ad intrecciare rapporti di carità con tutti gli uomini, sicché quando noi andiamo, diamo spazio allo Spirito, gli permettiamo di esprimersi in pienezza”. Da Paolo, ha concluso il Papa, “sappiamo che l’azione dello Spirito orienta la nostra vita verso i grandi valori dell’amore, la gioia, la comunione e la speranza. Spetta a noi far ogni giorno questa esperienza, assecondando gli interiori suggerimenti dello Spirito”.Sir