Vita Chiesa

VERONA 2006: BENEDETTO XVI, «LA MATEMATICA È SEGNO DI UN’UNICA INTELLIGENZA ORIGINARIA»

La matematica è segno di “un’unica intelligenza originaria”: lo ha detto Benedetto XVI ai delegati al Convegno di Verona. “La matematica come tale è una creazione della nostra intelligenza: la corrispondenza tra le sue strutture e le strutture reali dell’universo”, ha spiegato, “suscita la nostra ammirazione e pone una grande domanda. Implica infatti che l’universo stesso sia strutturato in maniera intelligente, in modo che esista una corrispondenza profonda tra la nostra ragione soggettiva e la ragione oggettivata nella natura. Diventa allora inevitabile chiedersi se non debba esservi un’unica intelligenza originaria, che sia la comune fonte dell’una e dell’altra. Viene capovolta la tendenza a dare il primato all’irrazionale, al caso e alla necessità, a ricondurre ad esso anche la nostra intelligenza e la nostra libertà”. Su queste basi, ha precisato, “diventa anche di nuovo possibile allargare gli spazi della nostra razionalità, riaprirla alle grandi questioni del vero e del bene, coniugare tra loro la teologia, la filosofia e le scienze, nel pieno rispetto dei loro metodi propri e della loro reciproca autonomia, ma anche nella consapevolezza dell’intrinseca unità che le tiene insieme”. “È questo un compito che sta davanti a noi – ha auspicato -, un’avventura affascinante nella quale merita spendersi, per dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo e per restituire in essa alla fede cristiana piena cittadinanza”. Il “progetto culturale” della Chiesa in Italia, ha ricordato, “è senza dubbio, a tal fine, un’intuizione felice e un contributo assai importante”. Sir

Il testo integrale del discorso del Papa

Il nostro «diario» dal Convegno di Verona (a cura di Andrea Fagioli)