Vita Chiesa

CEI, PROLUSIONE CARD. RUINI: MORALMENTE INACCETTABILE RICERCA SULLE STAMINALI EMBRIONALI, NO A RICONOSCIMENTO UNIONI DI FATTO

Una “decisione moralmente inaccettabile, perché contrasta con il fondamentale principio che ogni essere umano ha sempre dignità di fine e non può mai essere utilizzato e sacrificato come se si trattasse di un mezzo”. A ribadire “la più ferma deplorazione” della Chiesa italiana per la recente decisione del Consiglio dei Ministri dell’Unione europea di “prevedere finanziamenti comunitari che agevoleranno le ricerche sulle linee cellulari staminali di origine embrionale, la cui produzione comporta la soppressione di embrioni umani”, è stato oggi il card. Camillo Ruini, aprendo il Consiglio permanente della Cei (testo integrale della prolusione). Una “analoga valutazione” Ruini l’ha espressa per le “iniziative” e le “scelte” prese in sede europea dall’Italia, con il ritiro dell’adesione alla “dichiarazione etica” da parte del ministro Mussi, poi avallato dal governo “e non chiaramente sconfessata dal voto del Parlamento”. Auspicando che “quella decisione possa essere rivista in sede europea”, i vescovi italiani esprimono “grande preoccupazione” per “la possibilità che logiche e solidarietà di tipo partitico prevalgano, anche tra i cattolici e tra quanti condividono una corretta concezione antropologica, sull’adesione concreta a quei principi non negoziabili che devono orientare le decisioni, anche e particolarmente di chi ha responsabilità politiche”.

“Nel prossimo futuro – ha proseguito il cardinale soffermandosi, nella prolusione al Consiglio permanente della Cei, sulle tematiche legate alla famiglia e alla vita – sarà molto importante che si affermi un atteggiamento diverso, specialmente su un tema di grande spessore etico e sociale, come la tutela e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio, respingendo senza ambiguità le ipotesi e proposte di riconoscimento giuridico pubblico delle unioni di fatto”. Non è mancato un riferimento al problema del testamento biologico, molto dibattuto non solo ormai negli Stati Uniti: “Analoga attenzione – le parole del presidente della Cei – va data al problema delle dichiarazioni anticipate di trattamento, dove il giusto rifiuto dell’accanimento terapeutico non deve essere portato fino al punto di legittimare forme più o meno mascherate di eutanasia”. “Il principio di autodeterminazione – ha puntualizzato a questo proposito Ruini – non può essere anteposto infatti al rispetto della vita del paziente, e nemmeno della coscienza del medico chiamato a dare applicazione alle volontà anticipate dal paziente stesso”.Sir

La Prolusione del card. Ruini al Consiglio Cei (18 settembre 2006)