Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: RAMMARICATO PER LE REAZIONI SUSCITATE MA NON VOLEVA OFFENDERE GLI ISLAMICI

Il Papa è “veramente rammaricato” per le reazioni sucitate nel mondo islamico dal discorso pronunciato all’Università di Regensburg, che non voleva offendere i credenti musulmani. Ma non ha chiesto scusa, come da gran parte del mondo islamico si chiedeva, perché avrebbe significato dar ragione a chi critica quel discorso senza neanche averlo letto (come hanno ammesso i più). Il discorso, ha ripetuto oggi il Papa, prima dell’Angelus, a Castel Gandolfo, come già aveva fatto ieri il Segretario di Stato card. Tarcisio Bertone con una dichiarazione ufficiale, è stato frainteso e quella citazione contro Maometto, inserita all’interno di un ampio discorso, non rappresenta il suo pensiero e il suo giudizio sull’Islam.

Davanti a circa tremila fedeli che avevano sfidato la pioggia, Benedetto XVI ha rimandato all’udienza generale di mercoledì per un bilancio del recente viaggio in Baviera, del quale ha comunque ringraziato Dio, per le “interiori consolazioni” che gli ha dato di vivere. Ma ha detto di dover subito aggiungere di essere “vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo” del discorso nell’Università di Regensburg, “ritenuto offensivo per la sensibilità dei credenti musulmani, mentre si trattava di una citazione di un testo medioevale, che non esprime in nessun modo il mio pensiero personale. Ieri il Signor Cardinale Segretario di Stato – ha proseguito il Papa – ha reso pubblica, a questo proposito, una dichiarazione in cui ha spiegato l’autentico senso delle mie parole. Spero che questo valga a placare gli animi e a chiarire il vero significato del mio discorso, il quale nella sua totalità era ed è un invito al dialogo franco e sincero, con grande rispetto reciproco”. E’ significativo che la Sala Stampa Vaticana si sia affrettata a mettere on line questa premessa all’Angelus, oltre che nel testo italiano, anche nelle traduzioni francese e inglese.Le parole del Papa sono state più volte interrotte, molto calorosamente, dagli applausi dei presenti, che sembravano voler esprimere particolare vicinanza al Papa oggetto di attacchi e critiche non solo dal mondo musulmano.

Il Papa si è poi soffermato su “due recenti e importanti ricorrenze liturgiche: la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, celebrata il 14 settembre, e la memoria della Madonna Addolorata, celebrata il giorno dopo. Queste due celebrazioni liturgiche – ha detto – si possono riassumere visivamente nella tradizionale immagine della Crocifissione, che rappresenta la Vergine Maria ai piedi della Croce”. “Ma che senso ha esaltare la Croce? – si è chiesto il Papa -. Non è forse scandaloso venerare un patibolo infamante?”. “I cristiani, però, non esaltano una qualsiasi croce, ma quella Croce che Gesù ha santificato con il suo sacrificio, frutto e testimonianza di immenso amore. Cristo sulla Croce ha versato tutto il suo sangue per liberare l’umanità dalla schiavitù del peccato e della morte. Perciò, da segno di maledizione, la Croce è stata trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo per eccellenza dell’Amore che vince l’odio e la violenza e genera la vita immortale”.

BENEDETTO XVI E L’ISLAM, DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO DI STATO CARD. BERTONE

Visita in Germania (9-14 settembre 2006): i discorsi