Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN GERMANIA, ALL’UNIVERSITÀ DI REGENSBURG: UNA RAGIONE SORDA AL DIVINO NON SA DIALOGARE CON LE CULTURE

“Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio”: per Benedetto XVI questa affermazione apre, “nella comprensione di Dio e quindi nella realizzazione concreta della religione, un dilemma che oggi ci sfida in modo molto diretto”. Svolgendo la propria “lezione” di fronte ai rappresentanti della scienza convenuti oggi pomeriggio nell’Aula magna dell’Università di Regensburg, e soffermandosi sulla “sintesi tra spirito greco e spirito cristiano”, il Papa si è chiesto: “La convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio, è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stessa? Io penso – ha dichiarato – che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia”. Un vicendevole avvicinamento interiore, che “è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale; un dato che ci obbliga anche oggi”. Per il Pontefice non è “sorprendente che il cristianesimo, nonostante la sua origine e qualche suo sviluppo importante nell’Oriente, abbia trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa. Possiamo esprimerlo anche inversamente – rimarca -: questo incontro, al quale si aggiunge successivamente ancora il patrimonio di Roma, ha creato l’Europa e rimane il fondamento di ciò che, con ragione, si può chiamare Europa”. Se “ciò che pretende di essere scienza deve confrontarsi” con il criterio della “sinergia tra matematica ed empiria”, questo metodo “esclude il problema Dio facendolo apparire come problema ascientifico o pre-scientifico. Con questo, però, ci troviamo davanti ad una riduzione del raggio di scienza e ragione” alla luce della quale “l’uomo stesso subisce una riduzione”. E’ l’allarme lanciato da Benedetto XVI nell’Aula magna dell’Università di Regensburg. Secondo il Pontefice, in questa prospettiva “gli interrogativi della religione e dell’ethos non possono trovare posto nello spazio della comune ragione descritta dalla scienza e devono essere spostati nell’ambito del soggettivo”; un terreno nel quale “la coscienza soggettiva”, scaduta a “discrezionalità personale”, diventa “in definitiva l’unica istanza etica”. “Una condizione pericolosa per l’umanità – avverte il Papa -:lo constatiamo nelle patologie minacciose della religione e della ragione – patologie che necessariamente devono scoppiare, quando la ragione viene ridotta a tal punto che le questioni della religione e dell’ethos non la riguardano più”.

Di fronte “alle grandiose possibilità” che lo “sviluppo moderno dello spirito” ha “aperto all’uomo”, “vediamo anche le minacce che emergono da queste possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle” ha affermato ancora Benedetto XVI nel suo discorso ai rappresentanti della scienza a Regensburg. “Ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell’esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza. In questo senso la teologia, non soltanto come disciplina storica e umano-scientifica, ma come teologia vera e propria, cioè come interrogativo sulla ragione della fede, deve avere il suo posto nell’università e nel vasto dialogo delle scienze”. Per il Papa, “solo così diventiamo anche capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni; un dialogo di cui abbiamo urgente bisogno”.

Quanto alla tendenza diffusa “nel mondo occidentale” a ritenere universali solo la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti”, Benedetto XVI ha rimarcato che “le culture profondamente religiose vedono proprio in questa esclusione del divino dall’universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime”. Per il Pontefice, “una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell’ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture”. Sir

Visita in Germania (9-14 settembre 2006): i discorsi