Mondo

Ue: audizioni commissari. Gentiloni, priorità a crescita sostenibile e inclusiva, lavoro, lotta all’evasione. Flessibilità nei conti pubblici «quando necessaria»

(Bruxelles) «Un programma ambizioso e condiviso» è quello che Paolo Gentiloni intende approntare se diventerà Commissario per l'economia. Lo ha dichiarato nella sua dichiarazione di apertura stamane all'audizione di fronte alle Commissioni parlamentari chiamate a vagliare la sua candidatura.

Sfide diverse confrontano i Paesi nell’Ue, «ma ovunque si manifesta la contraddizione tra la crescita economica e la sua insufficiente sostenibilità sociale e ambientale». Quindi «ambizioso deve essere il nostro programma per raggiungere nuovi obiettivi». «Non possiamo fermarci, mentre il mondo intorno a noi è in movimento», ha detto Gentiloni citando in francese Jean Monnet. Numerosi i riferimenti e le rassicurazioni rispetto al suo «impegno per l’Europa», e al suo «entusiasmo». Il possibile commissario per l’economia ha descritto poi le quattro priorità della sua agenda: in cima c’è «lavorare per la crescita sostenibile e inclusiva», che significa per Gentiloni una lunga lista di iniziative, come «integrare gli obiettivi sostenibili nel semestre europeo», colmare disuguaglianze sociali e ridurre il gender gap, introdurre uno «schema di assicurazione per la disoccupazione che offra protezione per i cittadini nei momenti difficili», lanciare «InvestUe, piano di investimenti sostenibili per rendere l’economia verde», costruire un sistema di tassazione che guidi i consumatori e produttori a uno stile di vita sostenibile.

In questo elenco ha inserito anche il controllo dell’applicazione del Patto di stabilità e crescita per assicurare la sostenibilità dei conti», e ha dichiarato che sarà «flessibile quando necessario», per «consentire alle politiche di bilancio di creare stabilità e promuovere gli investimenti», sebbene lavorare per «la riduzione del debito pubblico» sarà uno dei suoi obiettivi. Nel programma di Gentiloni c’è poi il «contributo europeo alla riforma del sistema fiscale internazionale», la «lotta alle frodi e all’evasione fiscale», l’aggiornamento dell’Unione doganale rispetto al contesto nuovo. Negli impegni promessi da Gentiloni anche l’indipendenza di Eurostat, il dialogo costante con le commissioni parlamentari e l’invito a «evitare che le differenze alimentino pregiudizi e si cristallizzino al punto da fermare il nostro cammino».

«L’audizione che si è svolta stamane è conferma del fatto che la democrazia europea esiste e funziona», anche se ha dei limiti. Paolo Gentiloni ha concluso con un breve intervento in italiano la sua audizione, dopo aver risposto per circa due ore in inglese alle domande dei membri delle commissioni economia, bilancio e lavoro. Nel suo intervento finale ha voluto sottolineare solo un elemento emerso nel dibattito: «Cercherò di non rassegnarmi alle situazioni di stallo e cercherò di coinvolgere sempre il Parlamento». «Non possiamo permetterci», ha continuato, «di non decidere» su temi quali le tasse, la crescita, le regole delle politiche di bilancio». Fra gli argomenti toccati dall’ex premier italiano anche la riduzione dei debiti pubblici elevati e la necessità di favorire gli investimenti come volano per il rilancio delle economie. Per evitare lo stallo servono «politica e fiducia».

«Sono italiano e appartengo alla famiglia dei socialdemocratici», ha concluso, «ma sarò commissario all’economia dell’Ue, la mia parte sarà l’Europa». Le domande si sono concentrate soprattutto sul Patto di stabilità e crescita, sulla possibile riforma e per tastare la fedele applicazione delle regole del commissario. I paradisi fiscali sono stati un altro tema ricorrente, così come sono stati chiesti chiarimenti sul «sistema europeo di ri-assicurazione per la disoccupazione» annunciato da Gentiloni nel suo intervento introduttivo.

Dal Partito popolare europeo subito una reazione critica via twitter: «Paolo Gentiloni è stato primo ministro in Italia con un debito pubblico intorno al 135% e non è riuscito a ridurre i livelli del debito. Come possiamo supporre che arginerà i problemi del debito pubblico in Europa?».