Vita Chiesa
BENEDETTO XVI: IL PRIMATO DI PIETRO È DECISIVO NELLA STORIA DELLA CHIESA
Il primato di Pietro è decisivo nella storia della Chiesa, che attesta la posizione di preminenza del solo apostolo a cui Gesù ha cambiato il nome sia nel gruppo apostolico sia nella prima comunità cristiana. A ribadirlo è stato oggi il Papa, che dopo quelle del 17 e 24 maggio è ritornato per la terza volta, nel corso della consueta udienza generale, sulla figura dell’apostolo Pietro. La volontà di Cristo di attribuire a Pietro uno speciale rilievo all’interno del Collegio apostolico ha esordito Benedetto XVI ricordando che nell’Antico Testamento il cambiamento del nome prelude in genere all’affidamento di una missione risulta da numerosi indizi, e Pietro stesso è consapevole di questa sua posizione particolare. Tra i tanti indizi della preminenza di Pietro tra gli Apostoli e nella Chiesa, il Papa cita la professione di fede che, a nome dei Dodici, egli fa nei pressi di Cesarea di Filippo. A Gesù che chiede: Voi chi dite che io sia?, Pietro risponde: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Di rimando Gesù pronuncia allora la dichiarazione solenne che definisce, una volta per tutte, il ruolo di Pietro nella Chiesa: E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa… A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.
Le tre metafore a cui Gesù ricorre, ha spiegato il Papa sintetizzando così il senso del ministero petrino, sono in se stesse molto chiare: Pietro sarà il fondamento roccioso su cui poggerà l’edificio della Chiesa; egli avrà le chiavi del Regno dei cieli per aprire o chiudere a chi gli sembrerà giusto; infine, egli potrà legare o sciogliere nel senso che potrà stabilire o proibire ciò che riterrà necessario per la vita della Chiesa, che è e resta di Cristo. È così descritto con immagini di plastica evidenza quello che la riflessione successiva qualificherà con il termine di primato di giurisdizione. La posizione di preminenza che Gesù ha inteso conferire a Pietro, secondo il Pontefice, si riscontra anche dopo la risurrezione, visto che sarà Pietro, tra gli Apostoli, il primo testimone di un’apparizione del Risorto. Questo suo ruolo, decisamente sottolineato ha commentato Benedetto XVI – segna la continuità fra la preminenza avuta nel gruppo apostolico e la preminenza che continuerà ad avere nella comunità nata con gli eventi pasquali. Il suo comportamento è considerato così decisivo, da essere al centro di osservazioni ed anche di critiche. Il fatto che diversi dei testi chiave riferiti a Pietro possano essere ricondotti al contesto dell’Ultima Cena, in cui Cristo conferisce a Pietro il ministero di confermare i fratelli ha concluso il Papa – mostra come la Chiesa che nasce dal memoriale pasquale celebrato nell’Eucaristia abbia nel ministero affidato a Pietro uno dei suoi elementi costitutivi.
Un primato detto per tutti i tempi, che deve essere riconosciuto nel suo vero significato dai fratelli non ancora in piena comunione con noi. Così il Papa ha definito il primato di Pietro, concludendo a braccio la catechesi odierna, a cui hanno partecipato circa 40mila persone in una piazza S.Pietro assolata. Che il primato di Pietro affidato a povere persone umane possa sempre essere esercitato in questo senso originario voluto dal Signore e possa così essere anche sempre più nel suo vero significato riconosciuto dai fratelli ancora non in piena comunione con noi”, la preghiera con cui Benedetto XVI ha terminato l’udienza generale dedicata (come le altre due del 17 e 24 maggio) alla figura dell’apostolo Pietro e al suo ruolo nella Chiesa. Il ministero petrino, ha ricordato il Pontefice, consiste nel confermare i fratelli, e rappresenta uno degli elementi costitutivi della Chiesa. Questo è il primato detto per tutti i tempi, ha affermato sempre fuori testo il Papa, secondo il quale Pietro deve essere il custode della comunione con Cristo,guidare alla comunione con Cristo e guidare la comunione, in modo che la rete non rompe, ma rimane la grande comunione universale per cui solo possiamo insieme essere con Cristo, che è il Signore di tutti noi.