Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AD AUSCHWITZ: DOVE HITLER VOLEVA UCCIDERE DIO E L’UOMO GRIDA AL SUO ‘SILENZIO’

Da Auschwitz, luogo “di accumulo di crimini contro Dio e contro l’uomo”, da dove l’uomo grida al “silenzio di Dio”, per “svegliare Dio” e chiedergli che “non accada mai più”, e grida alll’uomo affinché “la forza della riconciliazione e della pace prevalga sulle minacce circostanti dell’irrazionalità o di una ragione falsa, staccata da Dio”, Benedetto XVI ha oggi ripetuto la frase che Giovanni Paolo II vi pronunciò nel 1979, “non potevo non venire”. L’uno lo disse da polacco, l’altro da tedesco, figlio del popolo che di tali orrori è responsabile.

Una visita, che si è estesa al contiguo campo di Birkenau, fatta di silenzi di fronte ad alcuni dei luoghi più simbolici: il muro delle esecuzioni, davanti al quale, nel silenzio assoluto ha messo un cero, la cella di San Massimiliano Kolbe, nel Blocco 11, dove è stato acceso il cero che vi pose Giovanni Paolo II, le lapidi che in 20 lingue commemorano le nazionalità di coloro che vi furono uccisi, davanti alle quali, in silenzio, 20 giovani hanno posto delle candele accese, ma anche il Centro per il dialogo e la preghiera, per “implorare la grazia della riconciliazione”, anche per coloro che oggi soffrono “sotto il potere dell’odio e sotto la violenza fomentata dall’odio”. Egli stesso, a Birkenau, dopo aver pregato in memoria delle vittime ed aver ascoltato l’intonazione del canto di lutto del Kaddish, ha acceso un cero. Prima, quel silenzio, era stato come cadenzato da preghiere in lingua rom, russo, polacco, inglese e, naturalmente, ebraico, lingua nella quale si è sentito anche il lungo elenco degli altri campi di sterminio nazisti. C’erano anche alcuni sopravvvissuti a quei campi, ad alcuni dei quali Benedetto XVI, ha impedito, con un gesto, di inchinarsi davanti a lui.

Nel suo discorso, fatto in italiano, Benedetto XVI, che da arcivescovo di Monaco, era già venuto qui nel 1979 e nel 1980, ha parlato del grande interrogativo che pone la Shoah, “perché Dio ha permesso che accadesse?” ed anche del rapporto dei tedeschi con il nazismo, che, ha sostenuto, prima li ingannò e poi li dominò, dei russi che qui hanno portato la libertà ed imposto una nuova dittatura. Ma quelle lapidi, testimoni di tanto male, “non vogliono provocare in noi l’odio: ci dimostrano anzi quanto sia terribile l’opera dell’odio. Vogliono portare la ragione a riconoscere il male come male e a rifiutarlo; vogliono suscitare in noi il coraggio del bene”.

In una cerimonia fatta soprattutto di memoria e simboli, un arcobaleno si è formato su Birkenau.Asianews

Il discorso del Papa nel campo di sterminio di Auschwitz