Vita Chiesa

GIOVANI: «AD LIMINA PETRI», IL PELLEGRINAGGIO DEI GIOVANI ITALIANI LUNGO LA VIA FRANCIGENA; L’INVITO DEI VESCOVI

816 chilometri in 40 giorni, da Susa a La Storta, alle porte di Roma. E’ il progetto Ad Limina Petri, il pellegrinaggio dei giovani lungo la via francigena nel V centenario della Basilica Vaticana, presentato oggi a Roma. L’iniziativa, promossa dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei (Snpg) in collaborazione con la Basilica Vaticana, la Fabbrica di San Pietro e l’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, partirà il 19 maggio e si concluderà il 30 giugno.

“Si tratta di una grande staffetta in cui, durante il percorso, si daranno il cambio non solo i pellegrini ma anche le diocesi toccate dal pellegrinaggio (23, ndr.) – spiega al Sir mons. Paolo Giulietti, direttore del Snpg -. Ognuna di queste animerà un tratto di strada con i suoi giovani. Al momento la diocesi di Parma è quella con il maggior numero dei partecipanti. A Parma, dove ricorre anche il IX centenario della cattedrale, verrà celebrata la veglia di Pentecoste (3 giugno)”.

Il pellegrinaggio, aggiunge Giulietti, “avrà come filo conduttore la lettera di Pietro, che è lo strumento di preparazione al IV convegno ecclesiale nazionale di Verona e intende far conoscere al mondo ecclesiale questo itinerario che potrebbe diventare un cammino di Santiago italiano. Far conoscere significa anche incoraggiare le realtà ecclesiali locali ad accogliere i pellegrini e a far crescere la cultura del pellegrinaggio che non è una scampagnata ma una strada cristiana di crescita di fede e di incontro con gli altri”. I pellegrini arriveranno in piazza san Pietro il 29 giugno per ricevere un saluto da Benedetto XVI. Il giorno seguente è previsto un convegno di studi storici sulla via francigena (Augustinianum, ore 9).

Per meglio illustrare il pellegrinaggio i promotori hanno attivato un sito internet, www.adlimina.it , che contiene alcune utili informazioni. Lungo il percorso, per esempio, sono previste celebrazioni e momenti di preghiera. In particolare, durante la marcia, ci saranno la recita del Rosario e di preghiere ai santi venerati o sepolti nei luoghi attraversati. Non mancheranno incontri con le comunità cristiane locali, con le associazioni legate al mondo del pellegrinaggio e visite alle località più significative per la storia e la cultura del pellegrinaggio.

Ogni pellegrino riceverà le tradizionali “insegne” dell’ordo peregrinorum, ovvero la bisaccia, un tascapane aperto, senza lacci di chiusura, simbolo della carità da offrire e ricevere, e il bordone, un bastone simbolo del sostegno che deriva dalla fede. Ogni partecipante avrà la credenziale, un documento che attesta la condizione di pellegrino ed abilita ad utilizzare i servizi di alloggio e assistenza messi a disposizione dei pellegrini. La moderna credenziale, oltre a questa funzione, svolge anche quella di raccogliere i timbri delle località attraversate, per dimostrare che si è percorso a piedi il cammino. Ultima insegna è il ciondolo, che come tradizione dichiara la destinazione del pellegrino: chi si recava a Roma portava delle chiavi intrecciate o il santo Volto (la Veronica). Nel sito è disponibile anche l’inno del pellegrino, “La via di Francia”, composto da don Mario Costanzi, della pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino ed una sezione “gastronomica” con le ricette dei pellegrini.

Rilanciare un “cammino”, un tempo molto praticato dai pellegrini diretti a Roma, e che oggi merita di essere riscoperto nel suo grande significato spirituale ed ecclesiale. E’ l’invito che i vescovi delle diocesi poste lungo la Via Francigena rivolgono ai giovani in occasione del pellegrinaggio “Ad limina Petri”. “La vita di ogni persona e la stessa esperienza di fede – scrivono i presuli – devono essere percepite e vissute come un pellegrinaggio, un cammino verso una mèta. Questa interpretazione ci viene anche dalla tradizione biblica, a cominciare dall’esperienza di Abramo, padre e pellegrino nella fede”. La proposta di percorrere la via Francigena, 816 chilometri da Susa a Roma, “è meritevole di attenzione, perché esperienze di questo genere sono in grado di portare a consapevolezza e fissare per sempre i principi fondamentali della vita di fede di una persona. Noi, vescovi delle diocesi che saranno coinvolte nel pellegrinaggio, ci auguriamo che molti di voi, cari giovani, possiate accogliere l’invito a partecipare a questa esperienza di fede pensata proprio su misura di ciò che oggi più sta a cuore ai giovani e alle ragazze più capaci di riflessione: incontrare altri giovani, confrontarsi con le loro idee ed esperienze di fede e, soprattutto, vivere incontri “forti” con diverse Chiese locali, che possono aprire nuovi squarci di luce capaci di condurci a vedere, conoscere, incontrare e seguire il Signore Gesù. I tanti giovani e ragazze che si metteranno in cammino potranno poi dare un contributo affinché il tema del prossimo convegno di Verona, “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”, possa portare entusiasmo e impegno a tutta la Chiesa italiana”.Sir