Vita Chiesa
BENEDETTO XVI, VEGLIA PASQUALE: LA RISURREZIONE. ESPLOSIONE DELL’AMORE CHE RIGUARDA OGNUNO DI NOI
La risurrezione fu come un’esplosione di luce, un avvenimento cosmico, che comprende cielo e terra e li associa l’uno all’altra, ma soprattutto un’esplosione dell’amore che sciolse l’intreccio fino ad allora indissolubile del muori e divieni’ e che riguarda personalmente ognuno dei discepoli. Mediante la fede ed il Battesimo, infatti, siamo tutti legati a quella risurrezione che fa evolvere e trasforma ad una nuova vita, fa aggrappare a Gesù rendendoci io, ma non più io, unità con Dio e con gli altri. E se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che s’oppone alla corruzione ed all’aspirazione al potere e al possesso.
Risurrezione e battesimo, eternità e amore, gli argomenti affrontati da Benedetto XVI nella lunga omelia per la liturgia proabilmente più suggestiva dell’intero anno. La veglia di tutte le veglie è cominciata alle 22 nell’atrio della basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e dell’acqua, la preparazione e l’accensione del cero pasquale. La basilica al buio ha visto i fedeli passarsi quel fuoco. Al momento della processione verso l’altare con il cero pasquale e il canto dell’Exsultet, la luce è esplosa.
Del lungo rito fa parte il battesimo che secondo la tradizione più antica, viene amministrato la notte di Pasqua e che Benedetto XVI ha dato a sette catecumeni.
Il Papa-teologo, che ha dedicato all’amore divino la sua prima enciclica, nell’omelia ha evidenziato il rapporto tra la risurrezione, il battesimo, ugualmente rinascita, ed il legame con l’amore divino, che conduce alla vita eterna.
La risurrezione, dunque, inaugurò una nuova dimensione dell’essere, della vita, nella quale, in modo trasformato, è stata integrata anche la materia e attraverso la quale emerge un mondo nuovo. È chiaro che questo avvenimento non è un qualche miracolo del passato il cui accadimento potrebbe essere per noi in fondo indifferente. È un salto di qualità nella storia dell’evoluzione’ e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé.
Per gli uomini questa attrazione avviene con il Battesimo, che per questo si amministra durante la veglia di Pasqua. Il Battesimo significa proprio questo, che non è in questione un evento passato, ma che un salto di qualità della storia universale viene a me afferrandomi per attrarmi. Per chiarire il concetto, Benedetto XVI ha citato la conclusione della Lettera ai Galati, nella quale Paolo scrive: Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20). Vivo, ma non sono più io. L’io stesso, la essenziale identità dell’uomo di quest’uomo, Paolo è stata cambiata. Egli esiste ancora e non esiste più. Ha attraversato un non’ e si trova continuamente in questo non’: Io, ma non’ più io. Questa frase è l’espressione di ciò che è avvenuto nel Battesimo. Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande. Allora il mio io c’è di nuovo, ma appunto trasformato, dissodato, aperto mediante l’inserimento nell’altro, nel quale acquista il suo nuovo spazio di esistenza.
Voi siete diventati uno in Cristo, dice Paolo. Non una cosa sola, ma uno, un unico, un unico soggetto nuovo.
È questa la gioia della Veglia pasquale. La risurrezione non è passata, la risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati. Ad essa, cioè al Signore risorto, ci aggrappiamo e sappiamo che Lui ci tiene saldamente anche quando le nostre mani si indeboliscono. Ci aggrappiamo alla sua mano, e così teniamo le mani anche gli uni degli altri, diventiamo un unico soggetto, non soltanto una cosa sola. Io, ma non più io: è questa la formula dell’esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo. Io, ma non più io: se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che s’oppone alla corruzione ed all’aspirazione al potere e al possesso.