Vita Chiesa
BENEDETTO XVI: IL CONCISTORO VICINO AI CRISTIANI PERSEGUITATI E UCCISI PER LA FEDE
Benedetto XVI torna a parlare del Concistoro e della ricchezza spirituale della collegialità nel ritrovarsi insieme tra fratelli di diverse provenienze, tutti accomunati dall’unico amore per Cristo e per la sua Chiesa. Ma si sofferma soprattutto su una provvidenziale coincidenza: il 24 marzo, quando egli ha conferito la berretta cardinalizia a 15 vescovi e arcivescovi, era anche la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri che nell’anno trascorso sono caduti sulle frontiere dell’evangelizzazione e del servizio all’uomo in diverse parti della terra.
Il Concistoro egli ha detto – è stato un’occasione per sentirci più che mai vicini a tutti quei cristiani che soffrono persecuzione a causa della fede. La loro testimonianza, di cui quotidianamente ci giunge notizia, e soprattutto il sacrificio di quanti sono stati uccisi ci è di edificazione e di sprone a un impegno evangelico sempre più sincero e generoso. Il papa ha anche ricordato che il rosso porpora degli abiti cardinalizi, il colore del sangue, indica la fedeltà e la prontezza dei cardinali a diffondere il Vangelo fino al sacrificio della vita.
Fra i nuovi porporati vi sono Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, che ha messo in luce le sofferenze della Chiesa in Cina; Nicholas Cheong, arcivescovo di Seoul e amministratore apostolico di Pyongyang, dove la chiesa è soffocata dal regime di Kim Jong-Il. Nel ricordare le tante chiese perseguitate, il papa ha aggiunto: Il mio pensiero si rivolge, in modo particolare, a quelle comunità che vivono nei Paesi dove la libertà religiosa manca o, nonostante la sua affermazione sulla carta, subisce di fatto molteplici restrizioni. Ad esse invio un caloroso incoraggiamento a perseverare nella pazienza e nella carità di Cristo, seme del Regno di Dio che viene, anzi, che è già nel mondo A quanti operano al servizio del Vangelo in tali difficili situazioni, desidero esprimere la più viva solidarietà a nome di tutta la Chiesa, ed insieme assicurare il mio quotidiano ricordo nella preghiera.
A testimonianza di una preoccupazione continua per i perseguitati, proprio ieri la Sala stampa della Santa Sede ha reso noto che Benedetto XVI ha inviato una lettera al presidente afghano Hamid Karzai per chiedere che venga salvata la vita a Abdul Rahman, convertito al cristianesimo dall’Islam, che i tribunali islamici del Paese hanno condannato a morte per apostasia.