Vita Chiesa

PRATO, CORSO SULL’ISLAM; MONS. SIMONI: «APRIRSI ALLE ALTRE RELIGIONI NON RINUNCIANDO ALLA NOSTRA IDENTITA’»

«Dio ci invita ad aprirci alle altre religioni, non rinunciando alla nostra identità, perché proprio nell’essere cristiani è insita la capacità di dialogo, da cui passa l’“autostrada” per la pace». È questo il messaggio che il Vescovo di Prato, mons. Gastone Simoni ha voluto ribadire durante l’anteprima del corso di introduzione all’Islam, tenutasi ieri sera, giovedì 2 marzo, nel salone vescovile, a Prato. Un invito al dialogo quindi, tra le grandi religioni monoteiste e tra i popoli, come strada maestra della pace e della convivenza; già il titolo della serata era esplicito: «Un Islam, tanti islamici: conoscere per capire, comprendere per convivere».

Voluto dall’associazione «Don Lorenzo Milani» di Vaiano, dalla Scuola diocesana di Teologia di Prato, e dal Centro Mondialità Sviluppo Reciproco (Cmsr) di Livorno, in collaborazione con il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (Pisai) di Roma, il corso vuole essere «un lungo viaggio alla scoperta dell’Islam» per offrire, a coloro che lo seguiranno, un discreto bagaglio di conoscenze sul mondo islamico, condizione indispensabile per ogni forma di dialogo interreligioso e interculturale nel mondo moderno.

Assenti per malattia due dei relatori previsti, hanno preso la parola il pastore evangelico Mario Affuso che ha ricordato le origini comuni di Ebrei, Cristiani e Musulmani, affermando che «è ancora troppo poco indagato un approccio all’Islam che parta dallo studio della Bibbia. Nella Genesi infatti, si narra di Abramo, ma non solo del figlio Isacco, dal cui ceppo arriviamo a Gesù, ma anche dell’altro figlio dimenticato, Ismaele, la cui discendenza incontriamo oggi nei nostri fratelli musulmani, che conosciamo ancora poco».

Il padre domenicano Giovanni Palma, uno dei docenti del corso, ha raccontato la sua esperienza personale di 25 anni di missione in Pakistan e di 5 in Iran, sostenendo che «bisogna passare dall’atteggiamento di chi mi chiedeva, quando rientravo in Italia, quanti musulmani avevo convertito, ad una teologia del pluralismo religioso, parlando di un tipo di conversione verticale, cioè che si basa su un rapporto autentico con Dio, che bisogna lasciare agire per le sue vie una volta dato il buon esempio. La salvezza infatti è per tutti».

Anche Abuna Julio, archimandrita della Chiesa Melchita di Firenze, ha testimoniato l’esperienza di dialogo vissuta sul campo con i musulmani. «Spesso – ha detto – molti parlano della Terra Santa e del Medio Oriente non essendoci mai stati e dando una visione distorta dei rapporti tra Cristiani ed Islam. La Chiesa Melchita è ed è sempre stata la Chiesa degli arabi cristiani, che hanno vissuto a contatto con gli arabi musulmani, figli del cristianesimo arabo. La prima moglie di Mohammad e il suo padre spirituale erano infatti cristiani, e lo stesso profeta all’inizio aveva semplicemente l’intento di annunciare l’unico Dio agli arabi che erano pagani. La presenza dei Cristiani in terra araba, sempre più dimenticata, va contro quella conflittualità che altri esasperano o addirittura vorrebbero con i musulmani».

Le lezioni del corso – che prenderanno il via giovedì 9 marzo per terminare il 22 giugno – si terranno il giovedì sera, dalle 21 alle 23, presso il Conservatorio di S. Niccolò, a Prato. Per informazioni e iscrizioni (ancora possibili) si può scrivere alla e-mail: cepparello@interfree.it. Al momento dell’iscrizione, sarà richiesto un contributo individuale di euro 100,00.