Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AI VESCOVI DELL’AFRICA: RELAZIONI FRATERNE E LIBERO ESERCIZIO DELLA PROPRIA RELIGIONE

“E’ imperativo approfondire sempre più le relazioni fraterne tra le comunità, al fine di favorire uno sviluppo armonioso della società, riconoscendo la dignità di ogni persona e permettendo a tutti il libero esercizio della propria religione”: lo ha detto oggi Benedetto XVII, parlando ai vescovi del Senegal, Mauritania, Guinea Bissau e Capo Verde – ricevuti questa mattina in visita “ad limina” – facendo riferimento alla presenza in questi Paesi di fedeli musulmani e di diverse tradizioni religiose. Il Santo Padre ha detto ai vescovi che “il ritorno a certe pratiche delle religioni tradizionali” deve “incitare a cercare mezzi appropriati per ravvivare e fortificare la fede”.

Per vivere in fedeltà agli impegni del Battesimo, ha spiegato, bisogna avere infatti “una solida formazione di fede, per fare fronte ai nuovi fenomeni della vita contemporanea, come lo sviluppo dell’urbanizzazione, il disorientamento di numerosi giovani, le seduzioni materiali di ogni tipo”. Il Papa invita a curare soprattutto la formazione spirituale dei preti, per “accogliere con generosità l’esigenza del dono di sé a Dio e agli altri, e a realizzarlo nel servizio umile e disinteressato della carità”. Infatti, uno dei compiti della Chiesa in questi Paesi è “il suo impegno in vista di uno sviluppo sociale”.

“Ma il cristianesimo non deve essere ridotto ad una saggezza puramente umana – ha precisato – né confondersi con un servizio sociale, poiché si tratta di un servizio spirituale”. Allo stesso tempo, “l’esercizio della carità non può essere un mezzo al servizio del proselitismo, poiché l’amore è gratuito”. In questo impegno la Chiesa collabora spesso anche con “uomini e donne che non condividono la fede cristiana, soprattutto musulmani”. “Gli sforzi fatti per un incontro in verità dei credenti di diverse tradizioni religiose – ha detto – contribuiscono alla realizzazione del bene concreto delle persone e della società”.Sir