Vita Chiesa

FUNERALI DON SANTORO, CARD. RUINI: «APRIREMO PROCESSO DI BEATIFICAZIONE»

“Don Andrea ha preso tremendamente sul serio Gesù Cristo e, da quell’uomo tenace, rigoroso, addirittura testardo che era, ha cercato con tutte le sue forze di muoversi sempre e rigorosamente nella logica di Cristo”: è uno dei passaggi dell’omelia pronunciata questa mattina nella Basilica di San Giovanni in Laterano dal Vicario del Papa per la diocesi di Roma, card. Camillo Ruini, ai funerali del sacerdote romano don Andrea Santoro, ucciso nei giorni scorsi a Trebisonda in Turchia. Ruini ha ricordato il lungo e valido servizio pastorale di don Santoro a Roma e poi la sua “strana inquietudine” che lo ha spinto dapprima a guidare pellegrinaggi in Terra Santa e poi a chiedere di diventare prete “fidei donum” in Turchia, “in quelle terre dove la fede cristiana aveva messo agli inizi robuste e feconde radici”. Parlando della sua testimonianza ha poi aggiunto: “Di un coraggio analogo ciascuno di noi ha bisogno, se vuole affrontare da cristiano il cammino della vita. E ne abbiamo bisogno tutti insieme, se vogliamo, nell’attuale situazione storica, affermare il diritto alla libertà di religione, madre di ogni libertà, come valido in concreto ovunque nel mondo, davvero senza discriminazioni”.

Riferendosi al suo desiderio di “andare a vivere e a svolgere il suo ministero in Turchia, anzi, nella parte per noi più remota della Turchia”, il card. Ruini ha sottolineato: “Don Andrea era un uomo di intelligenza penetrante, e all’occorrenza anche molto concreto. Sapeva bene che in quella terra e tra quelle popolazioni il suo slancio apostolico avrebbe dovuto accettare moltissime limitazioni e di fatto, serenamente, le aveva accettate e interiorizzate”.

Il cardinale ha poi proseguito dicendo che don Santoro “era convinto infatti che una presenza di preghiera e di testimonianza di vita avrebbe parlato da sé, sarebbe stata segno efficace di Gesù Cristo e fermento di amore e riconciliazione”. “Il suo – ha detto ancora il cardinale – era un coraggio cristiano, quel tipico coraggio di cui i martiri hanno dato prova, attraverso i secoli, in innumerevoli occasioni: un coraggio cioè che ha la sua radice nell’unione con Gesù Cristo, nella forza che viene da lui, in maniera tanto misteriosa quanto vera e concreta”.

“Rispetteremo pienamente, nel processo di beatificazione e canonizzazione che ho in animo di aprire, tutte le leggi e i tempi della Chiesa, ma fin da adesso sono interiormente persuaso che nel sacrificio di don Andrea ricorrono tutti gli elementi costitutivi del martirio cristiano”: questo pensiero, tra i conclusivi dell’omelia pronunciata oggi nella Basilica di San Giovanni in Laterano, dal Vicario del Papa per Roma, card. Camillo Ruini, ha suscitato tra i fedeli presenti grande commozione e un lungo applauso. Il cardinale ha poi proseguito e concluso l’omelia ricordando le parole della madre del sacerdote romano ucciso a Trebisonda: “La mamma di don Andrea perdona con tutto il cuore la persona che si è armata per uccidere il figlio e prova grande pena per lui essendo anche lui un figlio dell’unico Dio che è amore”.

Prima di annunciare l’intenzione di avviare la causa di beatificazione per don Santoro, il card. Ruini ha detto: “Ho messo l’accento sul coraggio di don Andrea e sul significato del coraggio cristiano. Questo coraggio, però, non è per colpire ed uccidere, ma per amare e per costruire, in concreto, la comprensione, l’amicizia e la pace dove troppo spesso regnano l’intolleranza, il disprezzo e l’odio”. Al termine del rito funebre è stato letto il messaggio di cordoglio del presidente della Repubblica.Sir