Vita Chiesa

PAPA ALL’UDIENZA: L’AMORE DI DIO È RIVOLTO AL POVERO E AL DEBOLE; RICORDO DI DON SANTORO

“La regalità divina non è distaccata e altezzosa, come a volte può accadere nell’esercizio del potere umano. Dio esprime la sua regalità nel chinarsi sulle creature più fragili e indifese”. Lo ha detto Benedetto XVI, che nell’udienza generale di oggi ha proseguito la meditazione sul Salmo 144, oggetto della catechesi di mercoledì scorso, soffermandosi sulla seconda parte, in cui “il salmista punta la sua attenzione sull’amore che il Signore riserva in modo particolare al povero e al debole”. Dio, ha spiegato il Papa, “è prima di tutto un padre che sostiene quelli che vacillano e fa rialzare coloro che sono caduti nella polvere dell’umiliazione”: gli esseri viventi sono, quindi, “tesi verso il Signore quasi come mendicanti affamati” a cui Dio “offre, come un genitore premuroso, il cibo a loro necessario per vivere”. “Giustizia” e “santità” sono, dunque, “due aggettivi tipici per illustrare l’alleanza che intercorre tra Dio e il suo popolo”, perché “esprimono la giustizia che vuole salvare e liberare dal male e la fedeltà che è segno della grandezza amorosa del Signore”. “L’ultima parola del Salmista è, allora, quella con cui aveva aperto il suo inno”, ha concluso il Papa: un invito, cioè, “a lodare e a benedire il Signore e il suo nome, ossia la sua persona vivente e santa che opera e salva nel mondo e nella storia”, e quello divino è “un appello a far sì che alla lode orante del fedele si associ ogni creatura segnata dal dono della vita”.

“Non possiamo non ricordare quest’oggi don Andrea Santoro, sacerdote Fidei donum della diocesi di Roma, ucciso in Turchia la scorsa domenica, mentre era in chiesa raccolto in preghiera”. Così Benedetto XVI durante l’udienza generale di oggi. “Proprio in questi giorni – ha aggiunto il Papa – mi è giunta una sua bella lettera, scritta il 31 gennaio scorso insieme alla piccola comunità cristiana della parrocchia Sancta Maria in Trebisonda. È una commovente testimonianza di amore e di adesione a Cristo e alla sua Chiesa. Il Signore accolga l’anima di questo silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo e faccia sì che il sacrificio della sua vita contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli”. (Sir)