Vita Chiesa
BENEDETTO XVI: MESSAGGIO PER LA QUARESIMA, «C’È UN LIMITE DIVINO IMPOSTO AL MALE»
“Per promuovere un pieno sviluppo, è necessario che il nostro ‘sguardo’ sull’uomo si misuri su quello di Cristo”. E’ quanto afferma Benedetto XVI nel messaggio per la Quaresima 2006, che avrà inizio il prossimo 1° marzo con la liturgia penitenziale delle Ceneri. “La questione dello sviluppo” alla luce dello “sguardo commosso di Cristo” che “non cessa di posarsi sugli uomini e sui popoli”, è, infatti, il tema prescelto dal Papa per il messaggio che, reso noto oggi, reca in calce il versetto evangelico “Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione”. Per il Pontefice “la Quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della misericordia”; un pellegrinaggio “in cui Lui stesso ci accompagna”, “ci custodisce e ci sostiene” perché, afferma il Papa, “anche oggi il Signore ascolta il grido delle moltitudini affamate di gioia, di pace, di amore”. Eppure, “anche nella desolazione della miseria, della solitudine, della violenza e della fame”, prosegue Benedetto XVI citando le parole di Giovanni Paolo II, “c’è un ‘limite divino imposto al male’, ed è la misericordia”, prospettiva nella quale Benedetto XVI svolge la propria riflessione. “La Chiesa – prosegue – sa che, per promuovere un pieno sviluppo, è necessario che il nostro ‘sguardo sull’uomo si misuri su quello di Cristo. In nessun modo è possibile separare la risposta ai bisogni materiali e sociali degli uomini dal soddisfacimento delle profonde necessità del loro cuore”.
“Uno sviluppo basato sul rispetto della dignità di ogni uomo: è l’appello lanciato da Benedetto XVI “a chi ha responsabilità politiche ed ha tra le mani le leve del potere economico e finanziario”, nel suo primo messaggio per la Quaresima 2006. “Dinanzi alle terribili sfide della povertà di tanta parte dell’umanità” osserva il Papa “anche oggi, nel tempo della interdipendenza globale, si può constatare che nessun progetto economico, sociale o politico sostituisce quel dono di sé all’altro nel quale si esprime la carità”. Per questo Benedetto XVI invita a guidare “il mondo verso una globalizzazione che abbia al suo centro il vero bene dell’uomo”. “Con la stessa compassione di Gesù per le folle – rimarca – la Chiesa sente anche oggi come proprio compito quello di chiedere a chi ha responsabilità politiche ed ha tra le mani le leve del potere economico e finanziario di promuovere uno sviluppo basato sul rispetto della dignità di ogni uomo. Un’importante verifica di questo sforzo sarà l’effettiva libertà religiosa, non intesa semplicemente come possibilità di annunciare e celebrare Cristo, ma anche di contribuire alla edificazione di un mondo animato dalla carità”. “In questo sforzo – sottolinea ancora il Papa – si iscrive pure l’effettiva considerazione del ruolo centrale che gli autentici valori religiosi svolgono nella vita dell’uomo, quale risposta ai suoi più profondi interrogativi e quale motivazione etica rispetto alle sue responsabilità personali e sociali. Sono questi – avverte – i criteri in base ai quali i cristiani dovranno imparare anche a valutare con sapienza i programmi di chi li governa”.