Vita Chiesa

NOMADELFIA, MESSA DEL CARD. SEPE PER i 25 ANNI DALLA MORTE DI DON ZENO

I 25 anni dalla morte di don Zeno, costituiscono non solo “per la comunità di Nomadelfia, ma per la Chiesa intera un evento particolare perché quello che lui ha seminato adesso sta crescendo, sta diventando un frutto maturo anche per l’intera Chiesa, quello che lui ha lasciato, il suo carisma vive tutto nei suoi fratelli e nelle sue sorelle qui di Nomadelfia e quindi è un bene che la Chiesa deve custodire e che deve – anche da parte sua – cercare di fare crescere e maturare”. Lo ha detto il card. Crescenzio Sepe, rappresentante della S. Sede presso la piccola popolazione, celebrando domenica 15 gennaio a Nomadelfia la Messa nell’anniversario della morte del fondatore.

Il Cardinale Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nell’omelia, ha ricordato che l’incontro con Cristo, il Messia, “è la scoperta più forte, più radicale che una creatura può fare”. E don Zeno “questa scoperta di Dio l’ha avuta, l’ha verificata nella sua esistenza in quel giorno forse nel quale, parlando con vivacità con quel suo commilitone anarchico, ha capito che la vita non poteva ridursi a queste dimensioni semplicemente umane, che la vita è qualcosa di più bello, di più grande”. È l’amore la forza che ha trasformato don Zeno e che ha fatto nascere Nomadelfia, ha proseguito il card. Sepe: “l’amore per i più poveri, per i carcerati, per gli abbandonati, per i bisognosi, per coloro che avevano bisogno di un padre e di una madre per far sentire loro questo calore di Dio, questo amore di Dio, per far scoprire a tutti l’esistenza, la presenza continua e vivificante di Cristo in mezzo a noi”. “Senza l’amore – ha proseguito il Cardinale – non c’è comunità, senza amore non c’è famiglia, senza amore – direi – non c’è Chiesa, perché senza amore non c’è neanche cristianesimo, senza amore non c’è neanche Dio: Dio è amore. E se noi non viviamo in questo amore, noi non conosciamo più Dio, noi non siamo più in grado di vivere la nostra vocazione umana e cristiana: questo è l’insegnamento di don Zeno”. Il ricordo di 25 anni – ha detto ancora nell’omelia il card. Sepe – è il ricordo di un cammino non sempre facile, ma sempre fatto insieme alla Chiesa, ma è anche riconoscere una crescita di consapevolezza “di quello che è stato lo spirito di don Zeno, di quello che è stato il suo carisma, di quella che è stata la sua testimonianza e quindi l’eredità che avete ricevuto e che dovete conservare a costo di tutto e di tutti. Sempre: nei vostri cuori, nel vostro agire, nel vostro lavoro, nel vostro aspirare perché questo è quello che costituisce la vostra identità”.

La conclusione dell’omelia è stata un invito a riflettere “perché questo cammino che si apre alla comunità dei Nomadelfi sia un cammino sempre illuminato dall’amore di Dio, sempre radicato nel Vangelo di Gesù Cristo e sempre portato dalla Chiesa che vi segue e vi ama”.