Vita Chiesa

FIRENZE, L’ISTITUTO SOSTENTAMENTO CLERO FESTEGGIA 20 ANNI

La gestione di 1764 appartamenti (tutti regolarmente affittati), la produzione di Chianti Classico e olio extravergine: sono alcune delle attività dell’Istituto per il Sostentamento del Clero della Diocesi di Firenze che festeggia in questi giorni il proprio ventennale: nato nel 1985, a seguito del nuovo Concordato, ha preso in carico dalle parrocchie tutti i beni remunerativi (terreni, negozi, appartamenti…) mentre alle singole comunità parrocchiali restavano gli edifici destinati al culto e alle attività pastorali, sociali, educative. Vent’anni di attività a servizio della Chiesa fiorentina, per amministrare il patrimonio ecclesiale e per provvedere al sostentamento dei sacerdoti.

“In questi anni – sottolinea il presidente Roberto Matteuzzi – l’Istituto è cresciuto molto, segno di buona amministrazione”. Il patrimonio abitativo è passato da 1229 abitazioni a 1764; sono stati acquistati terreni, impiantate vigne, curati oliveti. L’Istituto Diocesano di Firenze oggi è uno dei più grandi d’Italia e dà lavoro a 10 impiegati, 8 operai agricoli fissi e altrettanti stagionali, e vede l’impegno continuativo di 5 volontari. Ma il risultato che dà più soddisfazione riguarda lo scopo primario dell’ente: nel 2004, l’Istituto ha contribuito con i propri redditi a coprire le spese necessarie al pagamento degli stipendi dei preti fiorentini per oltre 2 milioni di euro, pari al 33% del totale, contro una percentuale regionale dell’11,20 e una percentuale nazionale del 7,50%. Un risultato che ha permesso di destinare ad altri usi (culto, pastorale, carità) una larga fetta dei proventi dell’otto per mille che la Cei destina a Firenze. Lo stipendio medio di un sacerdote si aggira intorno a 671 euro: soldi che provengono dalle parrocchie, dagli Istituti Diocesani e dalle offerte deducibili per il sostentamento del clero; soltanto quello che manca viene attinto, appunto, dai fondi dell’otto per mille.

Il vicepresidente Marcello Mensuali illustra le operazioni più significative svolte dall’Istituto in questi vent’anni. Nel 1988 l’acquisto di Villa San Luigi, a Castello, per ospitare un centro per disabili; nel 1990 l’acquisto di cantine vinicole e terreni a Cortine (Barberino Val d’Elsa); nel 1991 l’acquisto della villa di Tignanello con le vigne di Chianti Classico, nel 1994 la fattoria di San Casciano con oliveti e frantoio; nel 1999, l’acquisto della casa in cui è stato realizzato il centro Caritas San Martino di Sesto. E ancora, la realizzazione di nuove villette a San Vincenzo a Torri e il «Villaggio Giubileo» a San Pancrazio (Montespertoli), 24 appartamenti destinati alle giovani coppie. Molte anche le ristrutturazioni di case e appartamenti. Oggi il patrimonio immobiliare dell’Istituto è distribuito soprattutto tra Mugello, Chianti e Empolese; le abitazioni sono tutte affittate (tranne quelle in attesa di ristrutturazione) a prezzi generalmente inferiori rispetto a quelli di mercato. I terreni sono destinati alla produzione di vino (tutto Chianti classico) e olio. Tra i progetti futuri, la realizzazione di appartamenti a Pieve a Settimo e il nuovo centro di Scandicci, secondo i piani di urbanizzazione firmati dall’architetto Rogers che prevedono edilizia residenziale, commerciale, produttiva.

Un ultimo pensiero è rivolto alle polemiche pretestuose sollevate in questi mesi: “su tutti i suoi beni immobiliari – sottolinea Mensuali – l’Istituto Diocesano paga regolarmente l’Ici, e continuerà a pagarla anche con le nuove norme. Siamo un ottimo contribuente e tra Ici, Irap e imposte varie paghiamo circa un milione di euro di tasse ogni anno”.

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