Vita Chiesa

ASSEMBLEA CEI: INDAGINE EURISKO SU SACERDOTI E SEMINARISTI

Una vocazione che giunge sempre in fasce di età sempre più alte ma che ha nella famiglia e soprattutto nella parrocchia il suo ambiente naturale di crescita. Sono solo alcuni dei risultati emersi da un’indagine sui sacerdoti e seminaristi del clero diocesano in Italia, curata da don Luca Bressan e Luca Diotallevi, in collaborazione con Eurisko per la Cei, presentata oggi ad Assisi dove è in corso l’assemblea dei vescovi italiani.

Il sondaggio riguarda 650 (su circa 33mila) sacerdoti del clero diocesano e 1.046 seminaristi (su 3mila) in formazione per le diocesi. Il dato più evidente riguarda la percezione della “chiamata”: “Tra i seminaristi e tra i sacerdoti ordinati più recentemente questa risulta più ritardata rispetto a quelli con più anzianità. Per il 47% dei sacerdoti ordinati prima del Concilio la “decisione” era avvenuta prima dei 18anni, percentuale che si abbassa fino al 21% per i presbiteri ordinati negli ultimi 25 anni”.

Tra le figure che più hanno avuto peso nella scelta vocazionale, la madre scende dal 32% (nei sacerdoti ordinati tra il 1954/1968)al 12% (in quelli ordinati tra 1987/2003). Nei seminaristi la mamma ha pesato nel 7% dei casi. Sale, invece, l’influenza e “la testimonianza” di un sacerdote della parrocchia (45% nei seminaristi) e 49% nei preti ordinati negli ultimi 16 anni. L’ambiente che più ha influito sulla vocazione: la parrocchia, chiamata in causa dal 52% dei giovani preti e dal 53% dei seminaristi a fronte del 41% di sacerdoti anziani, seguita dalla famiglia e dai movimenti ecclesiali. Tra questi quello che dona più “chiamate” è l’Azione Cattolica (per il 3% di tutti gli intervistati). Il 9% ha citato l’oratorio.In un quadro di grandi variazioni intergenerazionali si manifestano nel clero diocesano alcuni elementi di costanza: in tutte le fasce anagrafiche di clero e seminaristi i “non figli unici”sono il 90% e in più dell’80% dei casi dichiarano che nelle famiglie di provenienza il legame tra i genitori era “molto forte”.Tra gli aspetti di “socializzazione religiosa” restano costanti anche la presenza in parrocchia, frequentata “spesso” dal 98% dei sacerdoti anziani e dal 94% dei seminaristi. Il 75% dei seminaristi, poi, ha fatto l’esperienza del chierichetto.

L’inchiesta mostra una serie di figure che ruotano dentro il momento della formazione: il padre spirituale (dominante per il 70% dei preti e seminaristi) e il rettore del seminario (forte per il 34% dei preti e per il 49% dei seminaristi). I

n crescita anche il ruolo dell’istruzione, tra cui spicca lo studio della Bibbia e delle discipline teologiche. Insufficiente per gli intervistati la preparazione che il seminario sa offrire nella teologia pastorale e nelle scienze umane. Al contrario, un giudizio positivo viene dato al seminario dall’80% del campione circa l’educazione al celibato, alla preghiera e alla liturgia. Sir