Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: «DIO NON È UN SOVRANO INESORABILE MA UN PADRE AMOROSO»

“Dio non è un sovrano inesorabile che condanna il colpevole, ma un padre amoroso, che dobbiamo amare non per paura di una punizione, ma per la sua bontà pronta a perdonare”. Lo ha detto il Papa, che nel corso della tradizionale udienza generale in piazza San Pietro ha commentato il “De profundis” (Salmo 129), che “è divenuto uno dei Salmi penitenziali preferiti dalla devozione popolare”, ha sottolineato il Santo Padre, e si sviluppa “in tre momenti dedicati al tema del peccato e del perdono”. “È significativo – ha esordito il Santo Padre – il fatto che a generare il timore, atteggiamento di rispetto misto ad amore, non sia il castigo ma il perdono. Più che la collera di Dio, deve provocare in noi un santo timore la sua magnanimità generosa e disarmante”. Al centro del secondo momento del Salmo, ha proseguito il Pontefice, c’è “l’attesa, la speranza, la certezza che Dio pronuncerà una parola liberatrice e cancellerà il peccato”. La terza e ultima tappa del Salmo 129 “si allarga a tutto Issale, al popolo stesso peccatore e consapevole della necessità della grazia salvifica di Dio. La salvezza personale è ora estesa a tutta la comunità. La fede del salmista si innesta nella fede storica del popolo dell’alleanza, redento dal Signore non solo dalle angustie dell’oppressione egiziana, ma anche da tutte le colpe”.

“Abbiamo la certezza che Dio perdona le nostre colpe”, ha detto Benedetto XVI aggiungendo alcune parole a braccio al testo scritto e soffermandosi sulla “misericordia” e sulla “redenzione” come “due grandi caratteristiche del Dio d’amore”. Sempre fuori testo, dopo aver citato il commento di Sant’Ambrogio al “De profundis”, il Santo Padre ha aggiunto che “così il Salmo invita alla confessione”, a partire dal nostro “bisogno di salvezza”. “Una delle più grandi grazie del Signore”, ha ricordato poi il Pontefice facendo sua un’espressione di Sant’Ambrogio, è che “proprio quelli che l’hanno rinnegato lo confessino”.

Salutando i fedeli italiani, il Papa ha ricordato che “oggi ricorre il quarto centenario della beatificazione di San Luigi Gonzaga, patrono mondiale della gioventù”. E rivolgendosi ai giovani presenti ha aggiunto: “Carissimi, la sua eroica testimonianza evangelica vi sostenga nell’impegno di quotidiana fedeltà a Cristo”. Al termine dell’udienza generale, il Papa ha benedetto la statua di Santa Mariana de Jesùs Paredes y Flores. La statua della prima Santa dell’Ecuador – collocata all’esterno della basilica vaticana – è opera dello scultore ecuadoregno Mario Tapia. Sir