Vita Chiesa

SINODO DEI VESCOVI: CARD. SCOLA, «L’EUCARISTIA NON È UN DIRITTO NÉ UN POSSESSO»

“L’Eucaristia è un dono, non può mai essere né un diritto né un possesso”. Lo ha detto il card. Angelo Scola, patriarca di Venezia e relatore generale del Sinodo, illustrando oggi ai giornalisti la relazione, prima della discussione, che ha tenuto all’apertura della prima giornata di lavori dell’XI assemblea sinodale, in corso in Vaticano fino al 23 ottobre. “Non c’è separazione, nella visione cristiana del culto, tra sacro e profano”, e la visione cristiana dell’Eucaristia “non è un’utopia, né una magia”.

Nella sua relazione, Scola ha trattato anche la questione delle assemblee domenicali “in attesa” di sacerdote, sottolineando che tali celebrazioni “devono far mantenere vivo il desiderio dell’Eucaristia piena”. È in questo contesto, per Scola, che deve collocarsi la questione dei “viri probati”, tenendo presente che “la Provvidenza nel corso della storia della Chiesa ha ribadito nei secoli il valore del celibato”, e “individuando criteri pratici per redistribuire il clero a livello universale”.

“Considerare la condizione dei divorziati risposati”, valutando “caso per caso” eventuali “problemi individuali”, e raggiungere il “sogno” dell’unità tra i cristiani grazie alla volontà di “celebrare l’Eucaristia insieme”. Sono i due auspici espressi da mons. Pierre-Antoine Paulo, arcivescovo coadiutore di Port-et-Paix (Haiti), durante la prima conferenza stampa dei lavori della XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, in corso in Vaticano fino al 23 ottobre. Mons. Louis Antonio G. Tagle, vescovo di Imus (Filippine), ha invece messo l’accento sulla “sproporzione” tra il numero (pur cospicuo) di sacerdoti presenti nella sua diocesi e il “tasso di crescita” della popolazione locale, che “aumenta in maniera vertiginosa rispetto ala disponibilità di sacerdoti”, generando una situazione di “penuria”, ma non di “crisi”, di questi ultimi rispetto al numero dei fedeli. “I sacerdoti non riescono a servire la messa in tutte le comunità – ha spiegato il vescovo – e in alcune di esse sono i laici a condurre una liturgia della Parola”. I fedeli, però, “sentono nel cuore il desiderio di partecipare pienamente all’Eucaristia”, e “occorre chiedersi cosa bisogna fare quando le comunità ecclesiali non possono garantire a tutti i fedeli la partecipazione alla messa della domenica”.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il card. Scola ha ricordato che “non esiste alcun altro atto umano che tocchi il vertice di potenza dell’atto eucaristico,che resta il modo migliore di investire il proprio tempo e il proprio spazio”. Anche rispetto ai pomeriggi passati “stravaccati davanti alla tv” che, per il relatore generale del Sinodo, è oggi “l’oratorio moderno”: di qui l’insostituibilità del precetto domenicale, che non va “incapsulato come una pratica di pietà qualsiasi nel ritmo frenetico della nostra vita, preferendo ad esempio di regola la messa prefestiva del sabato a quella della domenica”.Sir

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