Vita Chiesa
SINODO DEI VESCOVI; PAPA: QUANDO DIO VIENE BANDITO DALLA VITA PUBBLICA NON C’È TOLLERANZA MA IPOCRISIA
Quando Dio viene bandito dalla vita pubblica non c’è tolleranza, ma ipocrisia. Sono parole forti quelle pronunciate ieri mattina da papa Benedetto XVI nell’omelia della Messa con la quale si è ufficialmente aperta ieri in Vaticano la XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Sono arrivati a Roma da tutto il mondo circa 250 padri sinodali che da oggi e per tre settimane (fino al 23 ottobre) discuteranno nell’aula del Sinodo in Vaticano sul tema L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Ieri il Papa ha centrato la sua omelia sulla parabola del Vangelo dei vignaioli che uccidono il figlio del padrone per diventare padroni della vigna. Questi affittuari ha detto il papa – costituiscono uno specchio anche per noi. Noi uomini, ai quali la creazione, per così dire, è affidata in gestione, la usurpiamo. Vogliamo esserne i padroni in prima persona e da soli. Vogliamo possedere il mondo e la nostra stessa vita in modo illimitato. Dio ci è d’intralcio. O si fa di Lui una semplice frase devota o Egli viene negato del tutto, bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato. La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata, ma gli rifiuta il dominio pubblico, la realtà del mondo e della nostra vita, non è tolleranza ma ipocrisia. Laddove però l’uomo si fa unico padrone del mondo e proprietario di se stesso, non può esistere la giustizia. Là può dominare solo l’arbitrio del potere e degli interessi.