Vita Chiesa

CARD. RUINI: ATTUARE PARITÀ SCOLASTICA; EDUCARE I FIGLI DEGLI IMMIGRATI

“Accogliere ed educare i figli degli immigrati”. È questo, per la Chiesa italiana, un “compito abbastanza recente” ma in crescita rapida che la scuola è chiamata ad affrontare. Lo ha detto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che, aprendo oggi il Consiglio permanente dei vescovi italiani (testo integrale), ha auspicato “un clima di sincera e operosa collaborazione” in una materia “tanto delicata quanto importante per il nostro futuro”. Tra le “preoccupazioni” dei vescovi per il Paese, oltre alla tutela della famiglia fondata sul matrimonio e alla “salvaguardia della vita” (dopo l’esito del referendum, che ha mostrato “la saggezza del popolo italiano e la sua attenzione ai valori portanti della convivenza”), figura la piena attuazione (anche economica) della parità scolastica,in modo che “venga rispettato concretamente il diritto dei genitori ad una libera scelta educativa”. A proposito dell’insegnamento della religione cattolica, Ruini ha definito “completamente inattendibili” alcuni dati divulgati ad agosto, “sui quali sono state costruite artificiose interpretazioni circa un presunto massiccio allontanarsi dei giovani alla fede e dalla Chiesa”. Al contrario,i dati del ministero per l’Istruzione e della Cei “attestano che la percentuale degli alunni avvalentisi” dell’Irc “rimane straordinariamente elevata, sfiorando il 96% nella scuola materna ed elementare e superando il 94% nelle medie inferiori e l’87% nelle superiori. La diminuzione che si registrata – ha concluso il presidente della Cei – è invece lievissima e non realmente significativa”.

Mentre con l’approssimarsi delle elezioni “crescono le tensioni sul versante politico”, con i “nodi” da sciogliere delle “ipotesi di modifica” della legge elettorale, “continuiamo ad attenerci senza incertezze alla linea di non coinvolgerci con scelte di schieramento politico o di partito e di richiamare invece all’attenzione di tutti, e in particolare dei credenti, i principi e criteri dell’insegnamento sociale della Chiesa, che non riguardano “interessi cattolici” ma il bene dell’uomo”. Così il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, ha auspicato nella sua prolusione che “almeno” al termine di questa legislatura “possa essere raggiunto un qualche livello di intesa” su questioni come la riforma dell’ordinamento giudiziario, e che la prossima finanziaria “prenda sul serio” le “esigenze fondamentali e di lungo periodo della società e della famiglia”.

Citando il “caso Fazio”, Ruini ha sottolineato la “necessità di porre fine a quell’abuso della pubblicazione sugli organi di stampa delle intercettazioni disposte dall’autorità giudiziaria che da troppi anni condiziona la vita della nostra Repubblica ed ha prodotto gravi danni alle persone e guasti difficilmente riparabili alla dialettica politica e al funzionamento delle istituzioni”. Sul piano dei rapporti tra Chiesa e Stato, Ruini ha definito legittima quella “sana laicità” rivendicata dal Papa nel suo discorso al Quirinale, in base alla quale “le realtà temporali si reggono secondo norme loro proprie,senza tuttavia escludere quei riferimenti etici che trovano il loro fondamento ultimo nella religione”, che in Italia si identifica con l’“eredità cristiana”.Sir

La prolusione del card. Ruini al Consiglio permanente Cei (19 settembre 2005)