Vita Chiesa

XX GMG: MESSA DI MARIENFELD. BENEDETTO XVI, DIMOSTRATE CHE VOLETE IMPEGNARVI PER UN MONDO MIGLIORE

“La trasformazione della violenza in amore, della morte in vita”, operata da Gesù, “trascina con sé altre trasformazioni”: la prima è che “diventiamo una cosa sola”. Il tema dell’unità è stato ripreso, ancora una volta, da Papa Benedetto XVI, nell’omelia della messa conclusiva (testo integrale) della XX Giornata mondiale della gioventù, a Marienfeld. Dio, ha aggiunto il Pontefice, deve essere la “misura” del nostro agire. “Libertà – ha detto – non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misura della verità e del bene, per diventare in tal modo noi stessi veri e buoni”.

È la celebrazione eucaristica che “ci tira dentro” al “processo di trasformazione”: perciò, ha sottolineato il Papa, “l’Eucaristia deve diventare il centro della nostra vita”. “È bello che oggi, in molte culture, la domenica sia un giorno libero o, insieme con il sabato, costituisca addirittura il cosiddetto fine settimana libero”, che resta vuoto, però, “se in esso non c’è Dio”.

“Chi ha scoperto Cristo – ha proseguito il Santo Padre – deve portare altri verso di Lui. Una grande gioia non si può tenere per sé. Bisogna trasmetterla”. Eppure, ha osservato il Papa, “in vaste parti del mondo esiste oggi una strana dimenticanza di Dio. Sembra che tutto vada ugualmente anche senza di Lui, ma al tempo stesso esiste anche un sentimento di frustrazione, di insoddisfazione di tutto e di tutti”. Da ciò consegue che accanto alla dimenticanza di Dio, “esista un boom del religioso”. “Non di rado – ha evidenziato Benedetto XVI – la religione diventa quasi un prodotto di consumo. Si sceglie quello che piace e certuni sanno anche trarne un profitto. Ma la religione cercata alla maniera del “fai da te”, nell’ora della crisi ci abbandona a noi stessi”.

Di qui l’invito ai giovani: “Aiutate gli uomini a scoprire Gesù e cerchiamo noi stessi di conoscerlo meglio per poter in modo convincente guidare anche gli altri verso di Lui”. Dopo aver raccomandato la lettura del Catechismo della Chiesa cattolica e il suo Compendio, il Papa ha invitato a “formare delle comunità sulla base della fede. Negli ultimi decenni sono nati movimenti e comunità in cui la forza del Vangelo si fa sentire con vivacità”, ma è importante anche “conservare la comunione con il Papa ed i vescovi”, per garantire che si sta vivendo nella “grande famiglia di Dio”.

La capacità di essere “una cosa sola”, ha proseguito il Santo Padre, “deve mostrarsi nella capacità di perdono, manifestarsi nella disponibilità a condividere, nell’impegno per il prossimo, per quello vicino come per quello lontano. Esistono oggi forme di volontariato, modelli di servizio vicendevole, di cui proprio la nostra società ha urgente bisogno”.

Benedetto XVI ha invitato anche “a non abbandonare gli anziani alla loro solitudine, a non passare oltre di fronte ai sofferenti. Se pensiamo e viviamo in virtù della comunione con Cristo, allora si aprono gli occhi, non ci adatteremo più a vivacchiare preoccupati solo di noi stessi, ma vedremo dove e come siamo necessari”. Agendo così si scopre che “è più bello essere utili e stare a disposizione degli altri che preoccuparsi solo delle comodità che ci vengono offerte”. “So che voi giovani – ha concluso Benedetto XVI – aspirate alle cose grandi, che volete impegnarvi per un mondo migliore. Dimostratelo agli uomini, al mondo, che aspetta proprio questa testimonianza dai discepoli di Cristo e che, soprattutto mediante il vostro amore, potrà scoprire la stella che noi seguiamo”.Sir

I discorsi per la XX Gmg a Colonia