“Chiunque si trovi lontano dal proprio Paese senta la Chiesa come una patria dove nessuno è straniero”. Lo ha detto ieri mattina Benedetto XVI prima della preghiera mariana dell’Angelus, ricordando che oggi si celebra la Giornata mondiale del rifugiato promossa dalle Nazioni Unite per “tenere viva ha detto il Papa – l’attenzione sui problemi di coloro che debbono abbandonare forzatamente la Patria”. Anche il tema scelto quest’anno “Il coraggio di essere rifugiato” – sottolinea la “forza d’animo richiesta a chi deve lasciare tutto, a volte perfino la famiglia”. Da qui l’appello di Benedetto XVI perché la Comunità cristiana si senta “vicina a quanti vivono questa dolorosa condizione” e si sforzi di “sostenerli” attraverso “concreti gesti di solidarietà” manifestando “il suo interessamento e il suo amore”. “L’Anno dell’Eucaristia che stiamo vivendo ha aggiunto il Papa aiuti le comunità diocesane e parrocchiali a ravvivare questa capacità di andare incontro alle tante povertà del nostro mondo”. Al termine dell’Angelus, il Papa ha rivolto un saluto particolare alla Polonia dove ieri si è concluso a Varsavia il Congresso Eucaristico che ha avuto per tema: “Rimani, Signore, nelle nostre famiglie”. “Auspico ha detto il Santo Padre che questo significativo evento ecclesiale contribuisca a rafforzare lo spirito di riconciliazione fraterna, fondamento necessario per l’edificazione della comunione di quanti partecipano all’unica mensa di Cristo”.Sir