Vita Chiesa

REFERENDUM; CEI: UNA POSIZIONE CHIARA E INEQUIVOCABILE. I CATTOLICI SIANO PRESENTI NEL PAESE

La non partecipazione al voto, ha avuto “il significato di un doppio no, ai contenuti dei quesiti sottoposti a referendum” sulla legge 40/2004. Ad ricordarlo sono i vescovi italiani, nel comunicato finale – diffuso oggi – della 54a Assemblea generale della Cei, svoltasi in Vaticano il 30 e 31 maggio scorsi. La “scelta” della Cei per l’astensione al referendum del 12 e 13 giugno, ribadiscono i presuli, “è nato non da motivi di disimpegno, ma dalla precisa intenzione” di opporsi “a una logica che – a prescindere dalle intenzioni dei suoi sostenitori – mette in pericolo i fondamenti umani e morali della nostra civiltà. La difesa e la promozione dell’uomo, fin dal suo concepimento, come parte integrante dell’annuncio del Vangelo, e il sostegno alla scienza al servizio del bene integrale dell’uomo sono i valori a cui i pastori, tanti cattolici italiani e molti esponenti delle più diverse competenze e matrici culturali stanno ispirando il loro agire e la loro parola”. La Cei conferma che quella in merito alla consultazione referendaria è stata “una posizione chiara e inequivocabile”, intesa a rivendicare che “non ci può essere un futuro positivo e accettabile se si perde l’unità di misura della vita umana”. E’ stato lo stesso Benedetto XVI – sottolineano i vescovi italiani nel Comunicato finale della 54a Assemblea generale della Cei –ad apprezzare (nel discorso a loro rivolto all’inizio dell’assise episcopale) l’impegno dei vescovi nell’” illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge sulla procreazione assistita”, riaffermando così la “sollecitudine dei pastori per ogni essere umano, che non può mai venire ridotto a un mezzo, ma è sempre un fine”. Sempre nel discorso citato, il Papa ha esortato i vescovi a “proseguire nel lavoro che avete intrapreso perché la voce dei cattolici sia costantemente presente nel dibattito culturale italiano”, e tra le priorità additate alla Chiesa italiana ha citato proprio la famiglia, “cellula fondamentale della società”, da promuovere e valorizzare anche “chiedendo misure economiche e legislative che sostengano le giovani famiglie nella generazione ed educazione dei figli”. Due temi – quello del primato della famiglia e dell’importanza di far sentire la “voce” dei cattolici nel dibattito sul futuro del Paese – entrambi presenti nel comunicato finale diffuso oggi: tracciando, infatti, un bilancio della recente Settimana sociale di Bologna, la Chiesa italiana ribadisce “l’importanza che i cattolici siano presenti e operosi nelle vicende sociali e culturali del Paese, per offrire il prezioso contributo della tradizione e del pensiero cattolico”: a partire dalla “centralità della persona quale nodo reale della convivenza democratica”, e in modo da “evitare la riduzione della democrazia a semplice regola procedurale o a sola garanzia di pluralismo”. Sir