Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: UDIENZA DEL MERCOLEDÌ, «UN MODELLO VITALE PER IL CRISTIANO»

“Cristo incarnato e umiliato nella morte più infame, quella della crocifissione, è proposto come un modello vitale per il cristiano. Questi, infatti, deve avere ‘gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù’, sentimenti di umiltà e di donazione, di distacco e di generosità”: è uno dei passaggi iniziali della catechesi odierna di Benedetto XVI, proposta all’udienza generale in piazza S. Pietro, presenti numerosi fedeli e pellegrini. Il Papa ha proseguito la sua meditazione sulla figura di Cristo, ricordando che “Egli, certo, possiede la natura divina con tutte le sue prerogative. Ma questa realtà trascendente non è interpretata e vissuta all’insegna del potere, della grandezza, del dominio. Cristo non usa il suo essere pari a Dio, la sua dignità gloriosa e la sua potenza come strumento di trionfo, segno di distanza, espressione di schiacciante supremazia. Anzi, – nota Benedetto XVI – egli ‘spogliò’, svuotò se stesso, immergendosi senza riserve nella misera e debole condizione umana. La ‘forma’ (morphe) divina si nasconde in Cristo sotto la ‘forma’ (morphe) umana, ossia sotto la nostra realtà segnata dalla sofferenza, dalla povertà, dal limite e dalla morte”. Proseguendo nella catechesi odierna, di fronte a numerosi fedeli che riempiono piazza S. Pietro fin oltre l’obelisco centrale sventolando bandiere di una quindicina di Paesi diversi, Benedetto XVI ha ricordato che la natura umana assunta da Cristo non è “un semplice rivestimento, un’apparenza mutevole”, bensì “Egli non si accontenta di guardarci con occhio benigno dal trono della sua gloria, ma si immerge personalmente nella storia umana, divenendo – come dice la Scrittura – ‘carne’, ossia realtà fragile, condizionata dal tempo e dallo spazio”. Egli infatti – ha aggiunto a questo punto fuori testo – “non appare soltanto come uomo, ma ‘si fa’ uomo, diventa veramente Dio-con-noi”. Dopo aver richiamato “l’adesione libera e cosciente al volere del Padre”, che per Gesù significò la morte “di croce, ossia la più degradante”, Benedetto XVI ha aggiunto fuori testo un brano che dice: “L’elemento fondamentale di questa riflessione mi sembra essere un invito ad entrare nei sentimenti di Gesù, a non considerare il potere, la ricchezza, il prestigio come i valori supremi della nostra vita, perché in fondo non rispondono alla più profonda sete del nostro cuore; ma, al contrario, ad aprire il nostro cuore per l’altro, a portare con l’altro il peso della nostra vita e aprirci al Padre dei cieli, con senso di obbedienza e di fiducia, sapendo che – obbedienti al Padre – saremo liberi. Entrare nei sentimenti di Gesù sarebbe l’esercizio quotidiano del vivere da cristiani”. Durante l’odierna udienza, il Papa ha rivolto brevi discorsi di saluto e di sintesi in varie lingue della catechesi del mercoledì ai numerosi fedeli di altri paesi presenti in piazza S. Pietro. Tra i fedeli italiani presenti all’udienza c’erano quelli del Pontificio Collegio Missionario Internazionale S. Paolo di Roma, il pellegrinaggio della arcidiocesi di Cagliari guidata dall’arcivescovo mons. Giuseppe Mani, quello della diocesi di Carpi guidato dal vescovo mons. Elio Tinti, numerosi pellegrinaggi parrocchiali. A loro il Papa ha detto: “Vedo che come la fede anche l’amore per il successore di Pietro è forte e vi ringrazio”. Ieri sera il Papa Benedetto XVI ha svolto una catechesi nei Giardini vaticani a conclusione del Mese Mariano pronunciando un discorso nel quale ha proposto la definizione della Madonna, durante la sua visitazione a Santa Elisabetta, come “prima processione eucaristica della storia”. “Maria – ha detto tra l’altro – si mette in marcia nonostante la gravidanza … come un tabernacolo vivente del Dio fatto carne, arca dell’alleanza …”. Alcuni di questi pensieri, Benedetto XVI li aveva già espressi in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari, concluso con la messa da lui presieduta domenica 29 maggio. Alla fine dell’udienza è stato recitato il Padre Nostro in lingua latina prima della benedizione papale. I giovani presenti hanno scandito l’urlo affettuoso “Benedetto, Benedetto”.Sir