Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: AI GIORNALISTI, GRAZIE PER IL VOSTRO SERVIZIO ALLA CHIESA

“Grazie per questo incontro. Grazie per il vostro servizio alla Chiesa”. Così Benedetto XVI ha salutato i giornalisti di tutto il mondo ricevuti nell’Aula Nervi, per l’incontro con gli operatori della comunicazione fissato, oggi, dopo l’udienza di ieri con il Collegio cardinalizio. Benedetto XVI ha letto il proprio messaggio in quattro diverse lingue: italiano, inglese, francese, tedesco. Al passaggio dal francese al tedesco, Papa Ratzinger ha detto: “E ora la mia lingua materna”; la conclusione, invece, in italiano: “Essendo a Roma, torniamo alla lingua italiana”. Un applauso ha interrotto Benedetto XVI, mentre un gruppo di giovani, non giornalisti, scandivano con l’ormai usuale melodia: “Benedetto, Benedetto…”. A conclusione del messaggio, Benedetto XVI ha detto: “Siamo cristiani, quindi concludiamo con la recita del Padre nostro”. Ed ha impartito la benedizione. Si può dire – ha proseguito Benedetto XVI, nel discorso per l’udienza con giornalisti – che, grazie al vostro lavoro, per diverse settimane l’attenzione del mondo intero è rimasta fissa sulla Basilica, sulla Piazza San Pietro e sul Palazzo Apostolico, all’interno del quale il mio Predecessore, l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II ha chiuso serenamente la sua terrena esistenza, e dove in seguito, nella Cappella Sistina, i Signori Cardinali hanno eletto me come suo Successore”.

“Questi eventi ecclesiali di storica importanza – ha aggiunto – hanno avuto anche per vostro merito una copertura mondiale. So bene quanta fatica ciò ha comportato per voi, costretti a restare lontani dalla famiglia e dalle vostre case, lavorando con orari prolungati e in condizioni non sempre agevoli. Mi sono note la competenza e la dedizione con cui avete svolto questo non facile compito. Di tutto vorrei ringraziarvi a nome mio personale e specialmente dei cattolici che, vivendo in Paesi assai distanti da Roma, hanno potuto condividere questi momenti emozionanti di fede in tempo reale. Prodigi e straordinarie potenzialità dei mezzi moderni di comunicazione sociale! Al promettente sviluppo di questi strumenti guardava già il Concilio Vaticano II. Ad essi, infatti, i Padri Conciliari vollero dedicare il primo dei loro documenti in cui si afferma che tali mezzi ‘per loro natura sono in grado di raggiungere e muovere non solo i singoli uomini, ma le stesse moltitudini e l’intera umanità’ (Inter mirifica, 1). Dal 4 dicembre 1963,quando venne promulgato, il Decreto Inter mirifica ad oggi l’umanità ha conosciuto ed è tuttora testimone di una straordinaria rivoluzione mediatica, che ha investito ogni aspetto e ambito dell’umana esistenza”.

Benedetto XVI, rivolgendosi ancora ai giornalisti, ha voluto ricordare le doti comunicative del suo predecessore: “La Chiesa, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, ha cercato la collaborazione con il mondo della comunicazione sociale. Grande artefice di questo dialogo aperto e sincero è stato senz’altro anche Giovanni Paolo II che con voi, operatori delle comunicazioni sociali, ha intrattenuto in oltre 26 anni di Pontificato costanti e fecondi rapporti. Ed è proprio ai responsabili delle comunicazioni sociali che egli ha voluto dedicare uno dei suoi ultimi documenti, la Lettera Apostolica dello scorso 24 gennaio nella quale ricorda che ‘la nostra è un’epoca di comunicazione globale, dove tanti momenti dell’esistenza umana si snodano attraverso processi mediatici, o perlomeno con essi devono confrontarsi’ (Il rapido sviluppo, 3). È mio desiderio proseguire questo fruttuoso dialogo, e condivido, in proposito, quanto ha osservato Giovanni Paolo II che cioè ‘il fenomeno attuale delle comunicazioni sociali spinge la Chiesa ad una sorta di revisione pastorale e culturale così da essere in grado da affrontare in modo adeguato il passaggio epocale che stiamo vivendo'”.

Benedetto XVI, rivolgendosi ancora ai giornalisti, ha voluto ricordare le doti comunicative del suo predecessore: “La Chiesa, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, ha cercato la collaborazione con il mondo della comunicazione sociale. Grande artefice di questo dialogo aperto e sincero è stato senz’altro anche Giovanni Paolo II che con voi, operatori delle comunicazioni sociali, ha intrattenuto in oltre 26 anni di Pontificato costanti e fecondi rapporti. Ed è proprio ai responsabili delle comunicazioni sociali che egli ha voluto dedicare uno dei suoi ultimi documenti, la Lettera Apostolica dello scorso 24 gennaio nella quale ricorda che ‘la nostra è un’epoca di comunicazione globale, dove tanti momenti dell’esistenza umana si snodano attraverso processi mediatici, o perlomeno con essi devono confrontarsi’ (Il rapido sviluppo, 3). È mio desiderio proseguire questo fruttuoso dialogo, e condivido, in proposito, quanto ha osservato Giovanni Paolo II che cioè ‘il fenomeno attuale delle comunicazioni sociali spinge la Chiesa ad una sorta di revisione pastorale e culturale così da essere in grado da affrontare in modo adeguato il passaggio epocale che stiamo vivendo'”. Sir

Discorso ai giornalisti (23 aprile 2005)