Vita Chiesa
PAPA: «PARTECIPO ALLA VIA CRUCIS CON LE MIE SOFFERENZE»
Offro anch’io le mie sofferenze perché il disegno di Dio si compia e la sua parola cammini fra le genti. Sono a mia volta vicino a quanti, in questo momento, sono provati dalla sofferenza. Prego per ciascuno di loro: per la prima volta in 26 anni Giovanni Paolo II ha partecipato alla Via Crucis al Colosseo solo spiritualmente e nella sofferenza causata dalla sua malattia. Alle decine di migliaia di fedeli raccolti fra le suggestive rovine romane, raccolti in preghiera, Giovanni Paolo II ha fatto giungere un messaggio vibrante, mostrando che la sua partecipazione alla Via Crucis è una partecipazione ai patimenti di Cristo. Nel messaggio letto all’inizio del rito dal Card. Camillo Ruini egli aggiunge: In questo giorno memoriale del Cristo crocifisso guardo e adoro con voi la Croce e ripeto le parole della liturgia: “O crux, ave spes unica!” Ave, o Croce, unica speranza, donaci pazienza e coraggio e ottieni al mondo la pace!.
Al Colosseo erano stati posti dei mega-schermi che riprendevano il papa, sempre da dietro, senza mostrarne il volto, in preghiera davanti all’altare della sua cappella privata, col libretto dei testi della Via Crucis scritti quest’anno dal card. Joseph Ratzinger. Davanti all’altare della cappella papale uno schermo televisivo, mediante cui il pontefice seguiva la preghiera al Colosseo. Il pontefice, nella sua cappella, guardava un crocifisso che teneva nelle mani, davanti a sè. Lungo il percorso, la croce al Colosseo è stata sostenuta dal card. Ruini e da alcuni rappresentanti della chiesa universale e sofferente: 2 frati della Terra Santa; una religiosa dell’India; una donna della Corea del Sud; una famiglia di Roma; una donna dello Sri Lanka; una famiglia albanese immigrata in Italia; un giovane dell’arcidiocesi di Kharthoum (Sudan).