Vita Chiesa

NAVARRO: PAPA PROLUNGA DEGENZA DI QUALCHE GIORNO. NUOVO APPELLO PER LA PACE IN AFRICA

“Il Santo Padre, accogliendo il consiglio dei medici curanti, prolunga di qualche giorno la degenza presso il Policlinico Gemelli al fine di completare la fase di convalescenza, che evolve regolarmente”. Lo ha detto ai giornalisti il direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls, leggendo il bollettino medico prevista di oggi. “Non prevedo un nuovo comunicato medico prima di lunedì prossimo, 14 marzo”, ha aggiunto il portavoce, che interrogato dai giornalisti in merito all’effetto rientro di Giovanni Paolo II dall’ospedale ha assicurato che “passerà la Settimana Santa in Vaticano”, non pronunciandosi però sulla data precisa del rientro del Pontefice (che potrebbe avvenire anche prima).

Intanto, Giovanni Paolo II ha inviato dal Gemelli un messaggio all’ambasciatore del Senegal presso la Santa Sede, Félix Oudiane, ricevuto oggi dal card. Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. “L’Afica ha un bisogno urgente di pace e di stabilità”, ha esclamato il Santo Padre, e ha aggiunto: ”La violenza non è mai una soluzione soddisfacente per regolare i disaccordi tra i gruppi umani. Il coraggio e la perseveranza sono i cammini più efficaci per raggiungere un’autentica riconciliazione”. Quanto al Senegal, il Papa ha ricordato la “lunga tradizione di convivialità tra tutte le comunità” che lo contraddistingue, invitando gli abitanti del Paese africano a “vivere nella sicurezza e nella concordia”, educando le nuove generazioni “agli ideali di fraternità, di giustizia e di solidarietà”. Altra caratteristica del Senegal, secondo il Pontefice, la “convivialità tra i credenti di diverse religioni”, e in particolare tra cristiani e musulmani. “Il dialogo tra i credenti e tra le culture – ha ricordato Giovanni Paolo II – è un elemento essenziale per l’0eduificazione della pace tra i popoli”, ed il Senegal è “particolarmente sensibile alla necessità di vivere la diversità delle appartenenze religiose nell’unità della nazione”. Sir