Vita Chiesa

COMUNICAZIONI SOCIALI: MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE 2005

“Le moderne tecnologie hanno a loro disposizione possibilità senza precedenti per operare il bene, per diffondere la verità della nostra salvezza e per promuovere l’armonia e la riconciliazione. Eppure, il loro cattivo uso può fare un male incalcolabile, dando origine all’incomprensione, al pregiudizio e addirittura al conflitto”. Lo afferma Giovanni Paolo II nel messaggio per la 39ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebrerà il prossimo 8 maggio sul tema “I mezzi di comunicazione al servizio della comprensione tra i popoli”. Il messaggio, come da tradizione, è stato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede oggi, giorno dedicato alla memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Il tema scelto per la Giornata 2005 – spiega il Papa nel messaggio – fa riferimento a un bisogno urgente: promuovere l’unità della famiglia umana attraverso l’utilizzo di queste grandi risorse”. Secondo il Pontefice, “un modo pregevole per raggiungere questo scopo è l’educazione”: “I media possono educare milioni di persone circa altre parti del mondo e altre culture. Un’attenta conoscenza promuove la comprensione, dissipa il pregiudizio e incoraggia ad imparare di più. Le immagini in particolare hanno il potere di trasmettere impressioni durevoli e di sviluppare determinati comportamenti. Insegnano alla gente come considerare i membri di altri gruppi e nazioni, influenzando sottilmente se considerarli amici o nemici, alleati o potenziali avversari”. A tal proposito Giovanni Paolo II ricorda che “quando gli altri vengono rappresentati in modo ostile, si spargono semi per un conflitto che può facilmente sfociare nella violenza, nella guerra, addirittura nel genocidio. Invece di costruire l’unità e la comprensione, i media possono demonizzare altri gruppi sociali, etnici e religiosi, fomentando la paura e l’odio. I responsabili dello stile e dei contenuti di quanto viene comunicato hanno il serio dovere di assicurare che questo non avvenga. Anzi, i media hanno un potenziale enorme per promuovere la pace e costruire ponti di dialogo tra i popoli, rompendo il ciclo fatale di violenza, rappresaglia e nuova violenza, oggi così diffuso”. “I media possono avvicinare i popoli” anche attraverso “la loro influenza per realizzare una veloce mobilitazione di aiuti in risposta ai disastri naturali”. “È stato consolante – afferma il Papa – vedere quanto velocemente la comunità internazionale ha risposto al recente tsunami che ha provocato vittime incalcolabili. La rapidità con cui oggi si propagano le notizie accresce chiaramente la possibilità di prendere in tempo misure pratiche per offrire il maggior sostegno possibile. In questo modo i media possono conseguire un’immensa quantità di bene”. Rivolgendosi in modo particolare ai “comunicatori”, il Pontefice dice che essi stessi “devono mettere in pratica nella propria vita i valori ed i comportamenti che sono chiamati ad insegnare agli altri. In particolare, questo richiede un impegno autentico per il bene comune – un bene che non è confinato nei limitati interessi di un determinato gruppo o di una nazione, ma che abbraccia i bisogni e gli interessi di tutti, il bene dell’intera famiglia umana. I comunicatori hanno l’opportunità di promuovere una vera cultura della vita prendendo loro stessi le distanze dall’attuale cospirazione a danno della vita e trasmettendo la verità sul valore e la dignità di ogni persona umana”. Da qui la preghiera del Papa, in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2005: “Gli uomini e le donne dei media facciano la loro parte per abbattere il muro di ostilità che divide il nostro mondo, muro che separa popoli e nazioni alimentando l’incomprensione e la sfiducia; affinché sappiano utilizzare le risorse a loro disposizione per consolidare i vincoli di amicizia e di amore”.Sir

Messaggio per la 39ª Giornata delle comunicazioni sociali