Vita Chiesa

PAPA: INCONTRO COMMOVENTE CON PARENTI CADUTI NASSIRIYA

Un incontro breve ma commovente: Giovanni Paolo II ha salutato oggi, in occasione dell’udienza generale del mercoledì, i familiari dei carabinieri e dei militari italiani che un anno fa hanno perso la vita a Nassiriya, «nell’adempimento della loro missione di pace», come ha ricordato lo stesso Wojtyla. Un saluto fatto dal papa pubblicamente con «particolare affetto» alle vedove, ai figli e ai familiari dei caduti di Nassiriya, in totale circa 25 persone presenti, saluto al quale si è aggiunto il lungo applauso degli oltre 8 mila pellegrini presenti nell’aula Paolo VI per l’udienza.

Al termine dell’udienza si è avuto, poi, l’incontro diretto: un piccolo quadro con la cornice di legno e con le foto dei caduti di Nassiriya, è stato prima portato al papa da una bambina accompagnata dalla mamma, e poi è passato di mano in mano, in modo che tutti hanno potuto far vedere a Giovanni Paolo II l’immagine del proprio caro morto nell’attentato del 12 novembre 2003 in Iraq, in cui perirono 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito e due civili.

Al termine dell’udienza, il gruppo di parenti è stato fatto avvicinare al papa sul palco dell’aula Paolo VI in Vaticano: prima di tutti è andata vicino a Wojtyla una bimba con i capelli biondi che insieme alla mamma ha fatto vedere al papa la foto del papà morto. Giovanni Paolo II ha accarezzato e baciato la piccola. È stata poi la volta di altri parenti, anche un ragazzo sulla sedia a rotelle, che hanno dato la mano al papa, sempre passandosi di mano in mano il piccolo quadro con le foto dei caduti: ognuno ha indicato il proprio caro al papa che ha benedetto e salutato.

Già il 15 novembre 2003, a tre giorni dalla strage, il papa aveva incontrato Margherita Colletta e la figlia, che avevano perso Giuseppe, il vicebrigadiere morto a Nassiriya. Nel corso dell’udienza, il papa, commentando il salmo 66 ha detto che «dobbiamo abbattere i muri delle divisioni, dell’ostilità e dell’odio, perché la famiglia dei figli di Dio si ritrovi in armonia all’unica mensa, a benedire e a lodare il Creatore per i doni che egli elargisce a tutti, senza distinzioni” Il salmo rappresenta un’esortazione indirizzata a tutti i credenti affinché esprimano la loro gratitudine. Un «messaggio attuale anche per noi”, finalizzato ad «abbattere i muri” per lodare il Creatore per i doni con cui arricchisce la nostra vita. L’elemento naturale dei frutti della natura viene assunto anche come «occasione per chiedere ripetutamente che Dio benedica il suo popolo, così che tutte le nazioni della terra si rivolgano a Israele, cercando per suo tramite di raggiungere Dio Salvatore”. Si ha quindi «una prospettiva universale e missionaria, sulla scia della promessa divina fatta ad Abramo”.

Giovanni Paolo II, apparso in forma discreta, ha letto solo in parte, ma con voce abbastanza chiara, il testo della catechesi in italiano, e ha poi fatto, come di consueto, i saluti nelle diverse lingue. (ANSA).