Vita Chiesa

SETTIMANA SOCIALE, MONS. CHIARINELLI: IN ITALIA CRISI DI VOCAZIONI POLITICHE

L’Italia è “sterile di vocazioni politiche”, ma “senza la politica la crescita sociale, le garanzie di camminare verso la giustizia e la libertà, la partecipazione e il progresso non ci saranno mai”. Il grido di allarme è venuto da mons. Lorenzo Chiarinelli, che nella prima conferenza stampa della 44ª Settimana Sociale ha definito quella attuale “una società dominata dall’autoreferenzialità” e da slogan come “la vita è mia e me la gestisco io”, in base ai quali “non si va per sentieri inediti, ma ovvi, scontati, già dati, sicuri”.

“Noi vorremmo una società che non fosse un grembo sterile di vocazioni”, ha affermato Chiarinelli, che a proposito dell’invito fatto dal Papa ai cattolici affinché tornino all’impegno politico ha ricordato che “la più alta forma di carità cristiana è la carità politica: nella comunità ecclesiale c’è una mancanza di vocazioni non soltanto nella vita religiosa, ma anche alla vita politica”. Riguardo alle ”modalità” dell’impegno politico a cui sono chiamati i credenti, Chiarinelli ha fatto notare che il Papa “non suggerisce forme specifiche di impegno, lasciato alle realtà storiche e contingenti: il fatto, però, che sia tramontata l’unità politica dei cattolici non implica la rinuncia alle attività in questo ambito”.

Citando poi “pionieri” della politica come De Gasperi, La Pira e Rossetti (“ma se ne potrebbero aggiungere molti altri”), Chiarinelli ha ricordato che “negli anni ‘50 provocassero un coro monocorde, ma esprimevano linee, tendenze, prefiguravano strade diverse. Se li avessimo scomunicati non staremmo qui a parlare di loro”.

«Del referendum sulla legge 40 parleremo solo se e come ci sarà, adesso non è all’ordine del giorno”. “Non vorrei che sul referendum ci fossero in atto mistificazioni”, ha detto mons. Chiarinelli a proposito del referendum sulla legge sulal fecondazione medicalmente assistita rivendicando la necessità di “fare chiarezza” in una materia così delicata, come si fa con slogan del tipo “guariamo i disabili” o “diamo libertà alla scienza”. Tutte “possibili mistificazioni”, quelle in atto, che secondo Chiarinelli nascono anche dalla “bassa cultura scientifica” generale del nostro Paese, che nel dibattito attuale “ha una sua rilevanza”.

Anche i riferimenti fatti da Casavola nella prolusione di ieri, ha osservato Chiarinelli rispondendo ad una domanda di un giornalista, possono essere stati vittima di un “cortocircuito”, che però non ha provocato alcun “spiazzamento” tra i vescovi: i passi relativi al referendum, ha precisato il vescovo, “non si riferivano al referendum abrogativo, ma a quello consultivo o propositivo su grandi temi di valenza morale”.

Quanto alla legge 40, Chiarinelli ha ripetuto che “non si tratta di una ‘legge cattolica’, che per essere tale dovrebbe contenere un’alta idealità”, come ricorda l'”Evangelium vitae” al n. 73, dove si invitano i parlamentari cattolici a “cogliere quanto di quei valori trascendenti può essere inverato e incarnato nelle pieghe della storia”. È questa, per Chiarinelli, la “mediazione” da operare a livello legislativo, tenendo presente che una legge “non conterrà certamente tutte le idealità a cui un credente si ispira”.Sir

Speciale 44ª Settimana sociale