Vita Chiesa

SETTIMANA SOCIALE, RUINI: L’IMPEGNO DEI CATTOLICI ALLA DEMOCRAZIA RIGUARDA LA TRASCENDENZA DEL SOGGETTO UMANO

Sullo sfondo di date storiche come l’anno 1989, l’11 settembre 2001 e di fenomeni come la globalizzazione e le biotecnologie si sta imponendo e crescendo “una nuova questione antropologica” strettamente correlata al concetto di democrazia”. In questo quadro “l’apporto primario dei cattolici alla democrazia riguarda la trascendenza del soggetto umano, la sua irriducibilità al resto della natura”. E’, in estrema sintesi, quanto affermato dal presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Camillo Ruini, nell’introduzione ai lavori della 44° settimana sociale dei cattolici italiani che si è aperta oggi a Bologna (fino al 10 ottobre). “L’apporto primario dei cattolici alla democrazia, in Italia e a livello internazionale – ha detto il cardinale, richiamando le parole del Papa al Convegno ecclesiale di Palermo del 1995 – riguarda la trascendenza del soggetto umano, la sua irriducibilità al resto della natura: essa è oggi da affermare e da “rimotivare” all’interno della cultura attuale e degli interrogativi radicali che essa ha aperto”. Una dimensione “essenziale” di questa trascendenza è “l’intelligenza dell’uomo, capace di conoscere la realtà e quindi di trasformarla, e pertanto vero motore della storia. La democrazia e il suo futuro sono strettamente connessi al mantenimento della nostra attitudine a pensare e a riflettere”. Senza soffermarsi sulla vita democratica in Italia Ruini ha osservato che “nel nostro Paese, la democrazia, e quella sua componente fondamentale che è la libertà politica, appaiono solidamente radicate e non in condizioni di pericolo”. Un rischio, “se non per la democrazia, per la salute e lo sviluppo complessivo del ‘sistema Italia'”, viene piuttosto “dalla tendenza a radicalizzare le contrapposizioni, largamente presente nella nostra politica, ma anche nella nostra società e nella nostra cultura”.

Per Ruini “è davvero un grande errore collocare la Chiesa in opposizione agli sviluppi della conoscenza, e in particolare a quelli delle scienze, come gli attuali dibattiti in materia di bioetica potrebbero far credere”. Tuttavia, ha aggiunto, “è indispensabile non dimenticare la distinzione tra le scienze e le tecnologie. Mentre queste ultime non possono prescindere dagli indirizzi dell’etica e anche dai limiti che essa pone, radicati in ultima analisi nell’irriducibile differenza tra il bene e il male, il conoscere come tale e il suo incessante sviluppo sono di per sé un grandissimo bene dell’uomo, il segno della sua nobiltà”. Altra dimensione della trascendenza del soggetto umano è la “sua libertà”. Da questo punto di vista il giudizio di Ruini “sui fatti del 1989” è “altamente positivo”. Il 1989, ha detto, “non ha rappresentato, e non poteva rappresentare, per la libertà un’affermazione definitiva. Attualmente essa appare insidiata non solo da determinati sviluppi economici o politici, ma più profondamente da quella riduzione naturalistica del soggetto umano che minaccia di svuotare la libertà dal di dentro”. Con il rischio che venga meno “una democrazia che fa perno sulla libertà della persona e finalmente sul concetto stesso di persona come tale, che ha sempre dignità di fine e non può mai essere ridotta a mezzo: un concetto, questo, la cui affermazione storica è un contributo fondamentale del cristianesimo”.

Secondo Ruini “il discorso sul soggetto umano rimane chiaramente avulso dalla realtà se non si prende in considerazione la sua costitutiva relazione agli altri e al mondo. Proprio nell’ottica delle loro relazioni reciproche, la trascendenza di tutte le persone, il loro valore unico, danno un’impronta decisiva e qualificante anche ai rapporti politici e alle relative istituzioni. Si tratta del riconoscimento e dell’accoglienza dell’altro come tale, nel suo essere di persona”. “Non sono in gioco – ha affermato – solo dei precetti etici, ma una decisiva verità antropologica che chiede di essere realizzata anche in termini politici e in concreto nelle forme della politica democratica per tener conto di quella che è la nostra comune realtà di esseri umani”.

In questa medesima prospettiva, “la pace e la sua progressiva e tenace costruzione appaiono un obiettivo irrinunciabile della democrazia, e naturalmente dell’impegno dei cristiani nella democrazia e per la democrazia”. Quelli che Giovanni XXIII definì “i quattro pilastri della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà, sui quali si costruisce la pace” sono per Ruini anche i pilastri per l’edificazione di un’autentica democrazia, a livello nazionale e internazionale”. “Le persone che operano sotto la spinta interiore della fede cristiana – ha concluso il cardinale – possono esprimere il meglio di sé, anche sul piano della politica e delle istituzioni, quando le circostanze storiche le chiamano a uno speciale impegno per la difesa e la promozione del soggetto umano, della sua intelligenza e della sua libertà, al di là di quell’infausta contrapposizione tra primato di Dio e primato dell’uomo che ha pesato per secoli sulla storia della civiltà occidentale”.Sir

Così la Toscana ha preparato la Settimana sociale di Bologna

Il testo integrale dell’ntroduzione ai lavori (card. Ruini)