Vita Chiesa

PASTORALE DEL TURISMO: IL DOCUMENTO FINALE DEL VI CONGRESSO MONDIALE

Dal 5 all’8 luglio si è svolto nella capitale tailandese Bangkok il VI Congresso Mondiale sulla Pastorale del Turismo, organizzato dal Pontificio consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, in collaborazione con la Commissione cattolica per il turismo della Conferenza episcopale di Thailandia, sul tema: ‘Il turismo al servizio dell’incontro fra i popoli’. La Sala Stampa vaticana ha diffuso il documento finale riferendo che i lavori del Congresso sono stati aperti dal cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del Pontificio consiglio. Durante i lavori, gli argomenti sono stati studiati grazie a relazioni, testimonianze dai cinque continenti e a una tavola rotonda sul tema specifico del turismo sessuale. “Come è noto, – si legge nel documento finale – il turismo può essere internazionale e nazionale. Nel 2003, i turisti internazionali sono stati 694 milioni, il che ha comportato un movimento di capitali di 514 miliardi di dollari. Per il 2010 si stima che il numero di tali turisti raggiungerà la cifra di 900 milioni. Ad ogni modo, il turismo rappresenta una delle più importanti voci del commercio internazionale e riguarda molti Paesi, dando lavoro a circa 200 milioni di persone. Come disse il Santo Padre Giovanni Paolo II, il turismo è occasione provvidenziale di incontri nel mondo intero. Esso, tuttavia, presenta aspetti positivi e negativi”.

“La Pastorale del Turismo non deve dimenticare l’importanza della solidarietà nei riguardi di quanti sono svantaggiati e poveri, considerando con particolare attenzione le conseguenze della povertà sulla vita delle loro famiglie. Questa solidarietà deve includere il dialogo e la difesa dei diritti dei poveri con le autorità responsabili, allo scopo di porre rimedio all’impatto negativo del turismo sulla loro vita” continua il testo, nel quale sono racchiuse una serie di raccomandazioni, tra i quali: “Stanziare maggiori fondi, da parte dei governi, per la formazione morale e umana di quanti sono impegnati nel turismo, riconoscendovi anche la necessità di una cura pastorale; promuovere la consapevolezza che il turismo è un potente strumento per realizzare la giustizia e per fare la pace, in un autentico incontro di popoli; per combattere efficacemente il problema del turismo sessuale in rapporto ai bambini, le agenzie di viaggio, le compagnie aeree e gli alberghi devono informare i loro clienti sulla sorte dei bambini vittime della prostituzione e delle implicazioni legali e criminali dei viaggiatori che trasgrediscono le relative leggi; creare, a livello nazionale, diocesano e anche parrocchiale, commissioni o sotto-commissioni o nominare dei Promotori, che si occupino della Pastorale del Turismo, e stabiliscano un ‘network’ con corrispondenti agenzie o strutture simili, governative e non”.

Durante il Congresso è stato infine sottolineato che il turismo, diventato ora un fenomeno sociale ed economico di dimensioni mondiali, “dovrebbe contribuire all’incontro fra nazioni e culture, a valorizzare l’ambiente senza danneggiare le risorse naturali, a far giungere a pienezza e ad arricchire la vita culturale ed economica della popolazione locale, a combattere ogni forma di discriminazione e sfruttamento o, peggio ancora, di violenza sessuale verso donne e minori. In questo contesto, i partecipanti al Congresso, ispirati dall’amore speciale di Cristo per i poveri, considerano la pastorale delle persone sfruttate dal turismo sessuale come una importante priorità per la Chiesa. Tra queste persone, le più vulnerabili e bisognose di particolare aiuto sono certamente donne, minori e bambini; questi ultimi, tuttavia, hanno bisogno di una protezione e di un’attenzione speciale”.Misna

Pastorale del turismo, il documento finale del Convegno