Vita Chiesa

LIBERTÀ RELIGIOSA: RAPPORTO ACS 2004, GRAVI VIOLAZIONI IN AMERICA LATINA, ASIA E AFRICA

Centotrentacinque i Paesi di tutti i continenti che nel 2003 hanno beneficiato dei 55 milioni di euro messi a disposizione da Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre) nei vari settori di intervento – dagli aiuti per l’edilizia ai mezzi di comunicazione alla formazione teologica – e 12 Stati europei tra i Paesi donatori. Sono alcuni dei dati forniti dal Rapporto 2004 sulla libertà religiosa nel mondo curato da Acs e presentato oggi a Roma.

Per quanto riguarda la situazione della libertà religiosa in Europa, il Rapporto mette in evidenza come, mentre nei Paesi dell’Est crescono (con la vistosa eccezione della Bielorussia) gli spazi concessi dalle autorità eredi dell’ateismo comunista di Stato alle comunità religiose, le maggiori delle quali sono riconosciute “religioni tradizionali, cioè appartenenti alla storia e alla cultura del Paese”, nell’Europa occidentale si approfondisce il confronto tra le religioni tradizionali e i culti diffusi in seguito all’immigrazione soprattutto di popolazioni islamiche e si riaccende il dibattito circa l’equilibrio tra anima laica dello Stato e rispetto dei principi religiosi. Lo testimoniano, tra gli altri, il caso della Francia dove la legge contro l’uso “ostentato” dei simboli religiosi nelle scuole è stato al centro del dibattito culturale e dottrinale per tutto il 2003 e quello della stessa Italia dove la richiesta, nello scorso ottobre, di rimuovere il crocifisso dalla scuola elementare di Ofena (Aq) ha dato origine a diverse manifestazioni a difesa dell’identità italiana basata sul cattolicesimo.

“Un anno contrassegnato da violenze e gravi violazioni dei diritti umani e della libertà religiosa”. Così viene delineato il 2003 dal Rapporto Acs 2004. L’instabilità politica si riflette sulla vita delle comunità religiose in America latina dove la sola Colombia registra quasi 3 milioni (il 10% del totale mondiale) di sfollati, costretti ad abbandonare i luoghi d’origine a causa della guerriglia sia politica che legata al narcotraffico e in Paraguay si moltiplicano le minacce di sequestro rivolte ai vescovi locali.

Nel continente asiatico, la guerra in Iraq e il propagarsi del fondamentalismo islamico hanno creato tensioni anche in Paesi dove esisteva una convivenza più o meno pacifica tra comunità religiose (Bangladesh) o aggravato tensioni e discriminazioni già esistenti (Pakistan). A ciò si aggiungono le ripetute persecuzioni dei cristiani nei Paesi a maggioranza islamica (Filippine, Indonesia) e il mancato rispetto della libertà religiosa nelle repubbliche ex sovietiche (Georgia, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan).

In Africa, infine, non cessano i conflitti, anche a carattere etnico-religioso, che da anni insanguinano alcuni Paesi: la guerra civile in corso da 10 anni in Burundi (nonostante gli accordi di pace firmati nel 2000); il conflitto civile scoppiato in Sudan nel 1983 che ha raggiunto solo nel 2002 un accordo per il cessate-il-fuoco, non sempre rispettato; il conflitto in Nigeria causato, nel 1989, dall’introduzione della legge islamica in 12 Stati. Sir