Vita Chiesa

PAPA: EBREI, CRISTIANI E MUSULMANI LEGATI DA VINCOLI E RESPONSABILITA’

“Molta strada abbiamo percorso insieme”, ma molta altra ne “dobbiamo ancora percorrere: il Dio della giustizia e della pace… ci chiama a collaborare senza esitazioni”. Così il Papa, nel messaggio inviato ieri 23 maggio al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, in occasione del centenario della sinagoga della capitale. Richiamando la Dichiarazione “Nostra aetate” (28 ottobre 1965), la deportazione degli ebrei, “l’azione, spesso nascosta della Sede apostolica” in loro aiuto, la richiesta di perdono della Chiesa, il proprio viaggio in Terra Santa e l’omaggio reso “alle vittime della shoà”, il Papa ha rievocato la storica visita al “Tempio Maggiore” del 13 aprile 1986: tappe di un percorso che rimane ancora lungo. “Purtroppo – afferma Giovanni Paolo II nel messaggio letto dal cardinale vicario Camillo Ruini – il pensiero rivolto alla Terra Santa suscita nei nostri cuori preoccupazione e dolore per la violenza che continua a segnare quell’area, per il troppo sangue innocente versato da israeliani e palestinesi… per questo vogliamo oggi rivolgere una fervida preghiera all’Eterno, nella fede e nella speranza, al Dio di Shalom, affinché l’inimicizia non travolga più nell’odio coloro che si richiamano al padre Abramo – ebrei, cristiani e musulmani – e ceda il posto alla chiara consapevolezza dei vincoli che li legano e della responsabilità che grava sulle spalle degli uni e degli altri”. “Molta strada dobbiamo ancora percorrere: il Dio della giustizia e della pace, della misericordia e della riconciliazione, ci chiama a collaborare senza esitazioni nel nostro mondo contemporaneo, lacerato da scontri e inimicizie. Se sapremo unire i nostri cuori e le nostre mani per rispondere alla divina chiamata, la luce dell’Eterno si avvicinerà per illuminare tutti i popoli mostrandoci le vie della pace, dello Shalom. Vorremmo percorrerle con un solo cuore”.Sir