Vita Chiesa

EUROPA, I VESCOVI A SANTIAGO DE COMPOSTELA: RITROVARE LE NOSTRE RADICI

“Dobbiamo chiedere scusa all’Europa per le nostre numerose manchevolezze, per i nostri peccati. Solo così potremo ripartire, con maggior vigore e convinzione, verso la costruzione di un’Europa della pace, della giustizia, dello spirito”. Mons. Josef Homeyer, presidente della Comece ha salutato i partecipanti in chiusura del congresso promosso a Santiago, con un intervento toccante. Apparso a tratti commosso, Homeyer ha ricordato come da giovane, avendo sentito parlare dei “sogni di personaggi politici come Schuman o Churchill, che ambivano a un’Europa unita”, si fosse interrogato su quei sogni “strani” e “imprevisti”. “Eppure i sogni possono divenire realtà. Basta osservare – ha aggiunto il vescovo tedesco – quanta strada ha fatto da allora sino ad oggi l’Europa comunitaria, giungendo a comprendere 25 Stati, riunificando un continente diviso per mezzo secolo da paure e reciproche minacce”. Ecco dunque la necessità “di capire che troppe volte noi cristiani non abbiamo percorso le strade dell’unità, dividendoci fra noi, ponendo barriere di fede, di cultura… Occorre ora superare questi antichi ostacoli, ritrovare le radici di fondo della nostra civiltà, operando per il bene comune”.

Mons. Homeyer ha quindi dato il benvenuto nella Commissione degli episcopati della Comunità europea ai vescovi provenienti dai dieci nuovi Stati aderenti all’Ue, con l’impegno di collaborare per una vera integrazione, “ispirata e sostenuta” dai valori che si ritrovano “nella nostra storia e nella nostra fede”. Sir