Vita Chiesa
ISTRUZIONE VATICANA SULL’EUCARISTIA: STOP AGLI ABUSI
“Il sacerdozio ministeriale non può essere in nessun modo sostituito”, e solo in casi di “bisogno” e “in mancanza di dei ministri sacri” i fedeli laici “possono supplirlo in alcune mansioni liturgiche”. E’ quanto si legge nella “Redemptionis Sacramentum”, l’Istruzione della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti presentata oggi in Vaticano, in cui si mette in guardia dal pericolo della “clericalizzazione” dei laici.
Anche se, si precisa nel nuovo documento, è “giusto” e “lodevole” che “alcuni laici” svolgano compiti legati all’azione liturgica, e che il parroco sia “coadiuvato” dai fedeli, quest’ultimo “non deve in nessun modo cedere” loro le prerogative del ministero sacerdotale. Non è “mai” (salvo in casi “particolari”) compito del laico (ma neanche di un seminarista) tenere, ad esempio, l’omelia o fare il “gesto della frazione del pane”: neanche gli “assistenti pastorali”, presenti oggi in alcune diocesi, devono assumere “funzioni che spettano propriamente al ministero dei sacri ministri”. Per quanto riguarda i ministri straordinari dell’Eucaristia, secondo la Santa Sede sono da utilizzare solo “in caso di vera necessità”, poiché il loro impiego indebito nella celebrazione della liturgia può diventare “pretesto di alterazione dello stesso ministero dei sacerdoti”. Su tutto ciò, essenziale è il ruolo di “vigilanza” svolto dal vescovo.
Non mancano, nel testo, precise raccomandazioni circa la “qualità” del pane e del vino, mentre si invita a non “combinare” l’Eucaristia a una “comune cena” e a evitare l'”abuso” di introdurre nella Messa elementi di “riti di altre religioni”. Quanto alle “celebrazioni particolari che si svolgono in assenza del sacerdote”, occorre “evitare con cura ogni forma di confusione tra questo tipo di riunioni e la celebrazione eucaristica”: i preti, raccomanda la Santa Sede, devono garantire sempre ai fedeli la Messa domenicale, non sostituibile “con celebrazioni ecumeniche della Parola o con incontri di preghiera in comune con cristiani appartenenti alle altre comunità ecclesiali, oppure con la partecipazione ai loro riti liturgici”.
L’Eucaristia è una Messa, non una celebrazione ecumenica, ancora meno una celebrazione interreligiosa. A puntualizzarlo è stato il card. Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Rispondendo a una domanda sul rapporto tra il nuovo testo e il processo ecumenico, Arinze si è soffermato sul concetto di comunione, che nella Chiesa cattolica è comunione con il successore di Pietro e il vescovo diocesano, sempre menzionati in ogni Messa, in segno di unità. Solo quando noi cristiani saremo riuniti nella stessa comunione ecclesiastica e di fede, potremo celebrare la stessa Eucarestia: mi auguro che ciò succeda presto.
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