Un invito a non “spegnere la fiducia”, attraverso uno “sforzo comune” che rafforzi l’unità del Paese e consenta di affrontare il “banco di prova” delle riforme “al di là delle attuali contrapposizioni”. A rivolgerlo è stato oggi il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha sollecitato le forze politiche e sociali a “non lasciar cadere le possibili intese e collaborazioni, pur nella legittima diversità delle posizioni e degli interessi rappresentati”, facendo sì che “quel sentimento dell’unità della nostra nazione che è emerso con forza a seguito del tragico attentato di Nassiriya” dia “frutti positivi”. Secondo i vescovi italiani, “un banco di prova della volontà di collaborazione rimangono le riforme istituzionali”, per le quali occorre “riprendere” e portare a compimento “un percorso iniziato a strappi da oltre un decennio, senza mettere in discussione l’unità della nazione”. Per quanto riguarda le “tensioni tra il governo e la magistratura”, secondo Ruini costituiscono “un punto dolente della nostra vita civile”. Un altro “nodo” da sciogliere è quello delle pensioni, per “giungere a modifiche largamente condivise, evitando lacerazioni dannose per tutti”. Anche gli scioperi attuati nel settore dei trasporti pubblici rappresentano “un indicatore fin troppo chiaro degli esiti perniciosi a cui possono condurre la conflittualità sociale e la rivendicazione degli interessi delle singole categorie condotta avanti a prescindere da ogni norma”. Il presidente della Cei ha chiesto, inoltre, “massima vigilanza” sia nella lotta al “terrorismo politico”, sia verso il “terrorismo internazionale di matrice islamica”. Altra priorità, sostenere “anche a livello pubblico” il “ruolo cardine della famiglia fondata sul matrimonio”, riscoprendo “ciò che rappresentano i figli nella vita di una famiglia e di una nazione”. “L’approvazione della legge sul riassetto del sistema radiotelevisivo, che il presidente della Repubblica ha ritenuto di dover rinviare alle Camere illustrando e precisando accuratamente i motivi della sua decisione, può rappresentare una fonte di difficoltà nella vita politica e nei rapporti istituzionali”, ha detto Ruini. “Il decreto-legge del governo ha aggiunto subito dopo il cardinale che recepisce in buona parte le indicazioni presidenziali, potrebbe però aprire la strada, se prevarranno sui diversi fronti l’equilibrio e il senso della misura, a una nuova formulazione della legge, sicuramente conforme alle esigenze costituzionali e in grado di valorizzare gli spazi che si aprono con lo sviluppo delle tecniche di comunicazione, per un miglioramento complessivo dell’offerta televisiva”. A questo proposito, Ruini ha citato il 50° anniversario dell’inizio delle trasmissioni televisive in Italia, come simbolo dell'”incidenza che hanno avuto nelle trasformazioni della cultura, della mentalità e dei comportamenti” del nel nostro Paese, “rendendolo assai più omogeneo e più informato, ma anche contribuendo ad erodere valori portanti e non sostituibili”. Di quila necessità di “ricuperare nel contesto di oggi quelle funzioni autenticamente culturali che la comunicazione televisiva è in grado di avere e che non possono essere disgiunte da una precisa ed effettiva sensibilità ai valori morali”. Va in questa direzione, ha reso noto Ruini, il “Direttorio sulle comunicazioni sociali” che i vescovi esamineranno in questa sessione del Consiglio permanente. Sir