Vita Chiesa

CARD. RUINI: LA «MISSIONE» CRISTIANA NON È «PREVARICAZIONE», MA «RIVENDICAZIONE DI VERITÀ»

La “missione” cristiana non è “prevaricazione”, ma “rivendicazione di verità” in base alla quale “non possiamo adattarci a una mentalità scientista e nello stesso tempo agnostica e relativista”. Aprendo oggi, a Roma, il Consiglio permanente dei vescovi italiani, il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, ha affermato che “anche oggi la fede cristiana coerentemente vissuta conserva integra, contrariamente a molte apparenze e ad opinioni diffuse, la sua capacità di toccare nel profondo il cuore degli uomini”. Soffermandosi sul “rinnovamento missionario” delle parrocchie in Italia, al centro dell’assise episcopale, Ruini ha citato come “punto essenziale” quello di “rendere di nuovi presenti e operanti nel popolo cristiano la convinzione e la consapevolezza diffusa che Dio ha preso l’iniziativa di rivelarsi a noi, nella nostra storia, che diventa perciò stesso storia di salvezza”.

“E’ questo il motivo fondamentale per il quale – ha aggiunto Ruini – pur essendo pienamente aperti e cordialmente partecipi agli sviluppi della culturale della scienza, non possiamo adattarci a una mentalità scientista e nello stesso tempo agnostica e relativista”. La “missione cristiana”, in un mondo “sempre più interdipendente”, per Ruini “non è solo particolarmente doverosa ma anche pienamente possibile”, non solo “verso coloro che provengono da altre religioni e culture”, ma anche “verso i battezzati”. In quest’ottica, ha precisato il cardinale, la proposta cristiana “non è una prevaricazione, ma il più importante atto di amore che compiamo verso il nostro prossimo” No, dunque, all'”assolutizzazione” dell'”autosufficienza” del mondo empirico, ma anche ad alcune “tendenze” delle “grandi religioni orientali”, definite dal card. Ruini, “insoddisfacenti e non accettabili”, che “sembrano di nuovo diffondersi in Occidente, sulla base di una certa sintonia con il relativismo e l’agnosticismo largamente presenti nella nostra cultura”. In particolare, Ruini ha puntato il dito contro l’etica che “pone al centro la selezione naturale, e quindi la lotta per la sopravvivenza e la vittoria del più forte”, ma anche contro quelle “forme di religiosità che fanno riferimento a un divino non conoscibile e impersonale”, grazie alle quali “la stessa persona umana perde la sua consistenza, diventa qualcosa di relativo e transitorio, tende a dissolversi” portando con sé anche “la differenza irriducibile tra il bene e male, presupposto di ogni autentico approccio etico”. Nei confronti di “forme di religiosità” in cui domina un divino “impersonale” e la preghiera viene ridotta ad “itinerari spirituali di autopurificazione”, il cristianesimo “può mantenere intatta anche oggi quella rivendicazione di verità che era stata un suo fondamentale punto di forza nel confronto con il mondo filosofico e religioso dell’antichità”. Una “rivendicazione di verità”, ha ammonito tuttavia Ruini, può “apparire pienamente convincente e credibile soltanto se concretamente espressa e realizzata in comportamenti capaci di suscitare rispetto e ammirazione e di attestare con i fatti che quella verità è realmente praticabile”. Sir

Il testo integrale della Prolusione Ruini (.doc)